Salgono così a 10 i decessi nella regione riconducibili all'infezione: per lo più pazienti anziani affetti da altre patologie
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Altre due vittime in Emilia-Romagna, una morte sospetta in Veneto e altri due contagi in Friuli Venezia Giulia: la Febbre del Nilo torna a preoccupare. Aumentano le infezioni e i decessi. Si tratta per lo più di pazienti anziani affetti da altre patologie. Le ultime due vittime accertate del virus del West Nile sono due donne, entrambe 80enni, ricoverate nel reparto rianimazione dell'ospedale Maggiore di Bologna e decedute nel fine settimana per complicazioni.
Le pazienti soffrivano già di gravi patologie, alle quali si è sovrapposta l'infezione da West Nile. Salgono così a 10 i decessi in Emilia Romagna riconducibili all'infezione. La zona più colpita è stata il Ferrarese, con cinque vittime, mentre altre tre persone sono morte nel Ravennate. La Ausl di Bologna segnala 46 persone che hanno contratto il virus dall'inizio dell'anno. A queste si aggiungono 6 donatori di sangue ai quali è stata riscontrata la presenza del virus, senza sintomi. Attualmente nel Bolognese sono ricoverate e tenute sotto controllo dieci persone.
Un altro decesso sospetto è quello di una donna di 84 anni ricoverata in ospedale a Rovigo per una sospetta meningite e il cui sistema immunitario era già compromesso per via di gravi patologie cronico-degenerative. Sono in corso esami più approfonditi per verificare la presenza del West Nile, sospettata dal personale sanitario. Nel Trevigiano è morto un uomo di 83 anni. Certi anche gli altri due contagi registrati nel fine settimana nel Pordenonese: si tratta di due donne residenti in provincia. Sono in ospedale a Pordenone ma la loro situazione clinica non è giudicata "severa". In provincia restano ricoverati altri due pazienti, uno in via di miglioramento.
La febbre del West Nile è trasmessa dalla zanzara comune notturna, la Culex pipiens, che punge nelle ore comprese tra il tramonto e l'alba. Non è un'infezione mortale: nella maggior parte dei casi i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o settimana. Nei casi più gravi, invece, è necessario il ricovero in ospedale. Le situazioni più gravi si verificano quando, come nei due casi avvenuti a Bologna, la persona colpita da West Nile versa già in uno stato di deperimento fisico causato da altre patologie. Il Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc) ha registrato tra il 24 e il 30 agosto un record in Europa con 300 nuovi casi di Febbre del Nilo: l'Italia, con 144, è stato il Paese col maggior numero di infezioni.