La decisione arriva dopo le polemiche che hanno investito la Regione Umbria per la delibera che prevede il ricovero in ospedale per tre giorni, anziché il day hospital, per chi ricorre a questa forma di aborto
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La Regione Toscana approverà lunedì un protocollo per garantire su tutto il territorio l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica come prestazione ambulatoriale anche presso poliambulatori pubblici autorizzati e collegati agli ospedali. "Siamo stati i primi a somministrare la Ru486 - ricorda il presidente Enrico Rossi - acquistandola all'estero, perché la ritenevamo più appropriata rispetto all'aborto chirurgico in certe situazioni".
L'annuncio arriva dopo le polemiche innescate dalla decisione della Regione Umbria di modificare la delibera sull'aborto farmacologico, che prevede ora tre giorni di ricovero in ospedale e non più il solo day hospital. L'approccio che va seguito sulla questione dell'aborto farmacologico "deve essere scevro da condizionamenti ideologici e deve avere come pilastri la libertà di scelta e la tutela della salute della donna", aveva scritto in una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei. Parole che non sono servite a calmare le acque. Domenica decine di donne sono scese in piazza a Perugia all'urlo di: "Libere di scegliere, questa è la mia vita, la RU la voglio garantita".