Nel nuovo incarico, ha detto il comandante, "il mio apporto non ha più alcuna valenza. Valuto ogni ipotesi. Essere pagato per nulla non mi va"
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"Questo trasferimento è il punto d'arrivo di un percorso che assume la connotazione di vessazione. Non è un avvicendamento, è una sostituzione con destituzione". Lo ha dichiarato Gregorio De Falco, il comandante della capitaneria di Livorno che, nella notte del naufragio, intimò al capitano Schettino di tornare a bordo della Concordia. Nel nuovo incarico "il mio apporto non ha più alcuna valenza. Valuto qualunque ipotesi", ha aggiunto De Falco.
"Dopo 20 anni di servizio, essere pagato per nulla non mi va", ha sottolineato De Falco in audizione al Senato in relazione alla decisione del Comando generale della Guardia Costiera di trasferirlo dal suo incarico. "La cosa non mi fa certo piacere, ma non è una questione personale - ha aggiunto - In un incarico come quello che mi hanno dato non c'è alcuna responsabilità diretta".
Dopo la vicenda della Concordia, ha spiegato, ci sono state "disapprovazioni da parte di un mio superiore". "Io non giudico, osservo. E alla fine si verifica questo provvedimento" di trasferimento, ha proseguito De Falco.
Capitanerie: "Avvicendamento De Falco ordinario" - Quello del capitano Gregorio De Falco è stato un "avvicendamento ordinario e fisiologico". Lo ha detto il comandante generale delle Capitanerie di Porto, l'ammiraglio Felice Angrisano in audizione al Senato. Angrisano ha sottolineato che "gli incarichi non possono essere mantenuti sine-die e l'amministrazione non può accordare ad un singolo ciò che nega ad altri in pari condizioni". "Può essere un'Amministrazione prigioniera della notorietà di un singolo? - ha aggiunto Angrisano - Il Corpo non può essere prigioniero dei singoli".