"Se avesse collaborato appieno non ci sarebbero stati 32 morti", racconta l'ufficiale della guardia costiera ricostruendo quella drammatica notte
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"Speriamo che rifletta bene sui suoi errori". Chi parla della condanna a 16 anni di Francesco Schettino per il disastro della Concordia, è l'ufficiale della guardia costiera, Gregorio De Falco, che cercò di coordinare i soccorsi nella notte del naufragio. "Sarebbe bastato che mi avesse dato ascolto e ora non sarebbe rinchiuso in una cella", afferma il capitano passato alla storia per la famosa telefonata con Schettino e quel suo "salga a bordo".
"Non immagino - racconta De Falco al Mattino - cosa ha provato quando la Cassazione ha pronunciato la sentenza definitiva. Quello che so è che durante i processi non si è mai visto un uomo che si è sentito terribilmente in difetto per i suoi comportamenti. Speriamo che ora rifletta, che sappia far prevalere la ragione rispetto a una difesa ad oltranza delle sue scelte sbagliate".
"Io quella sera coordinavo i soccorsi e non ho avuto nessuna collaborazione dall'uomo, il comandante, che prima e meglio di tutti è tenuto a fornire notizie esatte - sottolinea - se Schettino avesse collaborato appieno non ci sarebbero stati 32 morti. E che se tutti, a partire dal comandante, avessero rispettato le procedure, anche in una situazione drammatica come quella, forse non ci sarebbe stata nessuna vittima".