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I legali avevano puntato il dito su una "campagna mediatica che avrebbe condizionato il procedimento" e sul giudizio d'appello
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La Corte europea dei diritti dell'uomo respinge il ricorso di Francesco Schettino, che chiedeva di rivedere il processo contro l'ex comandante della nave Concordia, condannato in Cassazione a 16 anni di carcere. La sentenza del terzo grado di giudizio era arrivata nel maggio 2017 confermando la condanna già pronunciata in primo e in secondo grado. Ma l'iniziativa del collegio difensivo puntava a una revisione del procedimento per "sintomi di iniquità".
Richiesta per "iniquità" - Secondo quanto scrive il "Corriere del Mezzogiorno", il collegio difensivo composto dagli avvocati Saverio Senese, Pasquale De Sena, Paola Astarita, Irene Lepre e Donato Staino aveva puntato, oltre che sull' "iniquità", su una "campagna mediatica che avrebbe condizionato il procedimento, in particolare in primo grado".
Gli avvocati: Corte "ad hoc" - Si faceva inoltre notare che il giudizio d'appello era stato assegnato a una sezione della Corte scelta ad hoc, in deroga al "principio costituzionale del giudice naturale precostituito".
La tragedia il 13 gennaio 2012 - Il naufragio della nave nelle acque dell'Isola del Giglio risale al 13 gennaio 2012, quando morirono 32 persone e centinaia rimasero ferite. La difesa di Schettino ha sempre puntato a una revisione del processo in merito all'accusa di omicidio colposo. L'ex comandante è stato giudicato colpevole inoltre di lezioni, abbandono della nave, naufragio, mancate comunicazioni alle autorità.