L'uomo vorrebbe attirare l'attenzione sulla sua condizione economica di senza lavoro a rischio sfratto. Dopo un paio d'ore è sceso: non è nuovo a questi gesti
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E' stato il gesto di un disperato, non nuovo al clamore per fatti simili, quello di un 53enne che è salito sull'impalcatura allestita sul retro del Duomo, a Firenze, per protestare e richiamare l'attenzione sulla sua condizione economica. L'uomo, che per un paio d'ore ha tenuto tutti con il fiato sospeso, minacciando il suicidio perché senza lavoro e sotto sfratto, è sceso dopo aver parlato con il sindaco di Scandicci, suo paese di residenza.
I precedenti Il 53enne, sposato e padre di due figli, che ha messo in atto la protesta non è nuovo a gesti volti a richiamare l'attenzione sui suoi problemi. Nel marzo del 2012, disperato per aver perso il lavoro, si arrampicò su una gru alta 50 metri a Scandicci. Nel 2013 salì su un traliccio, sempre a Scandicci, perché temeva di perdere la camera che gli aveva messo a disposizione il Comune presso un affittacamere. Poco tempo dopo, temendo che i servizi sociali gli togliessero i figli, affisse un cartello all'ospedale di Torregalli, dichiarandosi disposto a vendere un rene per mantenere la famiglia.
Il lieto fine Utilizzando l'impalcatura del cantiere di restauro, l'uomo si era arrampicato sul Duomo minacciando il suicidio. E' sceso solo dopo aver parlato con il sindaco di Scandicci, il paese nell'hinterland fiorentino dove vive con la famiglia.