L'Ordine degli Psicologi prepara una "controffensiva" legale. Fissata già un'altra udienza per il 15 settembre
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E' una decisione destinata a far discutere quella operata dal giudice civile Susanna Zanda che ha reintegrato una psicologa toscana la quale era stata sospesa dall'Ordine professionale perché non in regola con l'obbligo vaccinale Covid imposto per legge alle professioni sanitarie. Il magistrato, nel provvedimento d'urgenza, scrive che la psicologa "non può essere costretta" a sottoporsi a vaccini "sperimentali talmente invasivi da insinuarsi nel Dna, alterandolo in modo che potrebbe risultare irreversibile con effetti ad oggi non prevedibili per la vita e la salute". L'Ordine degli psicologi ha già annunciato di voler contestare la decisione. Il 15 settembre il giudice entrarà nel merito sentendo anche l'Ordine.
Protagonista della vicenda è una dottoressa di Pistoia alla quale il proprio ordine professionale aveva ordinato il divieto ad esercitare perché non vaccinata. La psicologa, sospesa dal lavoro perché non aveva aderito alla campagna vaccinale contro il Covid-19, nel frattempo è stata reintegrata dal giudice nel suo posto di lavoro e potrà esercitare "in qualunque modalità (sia in presenza che da remoto) alla stessa stregua dei colleghi vaccinati".
L'Ordine degli Psicologi della Toscana fa sapere, in una nota, sta lavorando "con i propri legali per difendersi attraverso le più opportune forme e nelle sedi preposte, nel rispetto della legge e a tutela della Salute della comunità", e ricorda "che gli ordini sanitari, quale è l'Ordine degli psicologi della Toscana, sono obbligati a rispettare il decreto legge 44 del 2021 sull'obbligo vaccinale". "Non accetteremo obtorto collo questo provvedimento - conclude la nota dell'Ordine degli Psicologi della Toscana -. Pertanto ci opporremo nelle opportune sedi".
"Il vaccino non ferma il contagio" - Per suffragare la propria decisione il giudice Zanda cita i rapporti degli istituti di vigilanza europei quali Euromomo o Eudravigilance secondo i quali "si sta registrando un fenomeno opposto a quello che si voleva aggiungere con la vaccinazione, ovvero un dilagare del contagio con la formazione di molteplici varianti virali". La dottoressa Zanda cita anche gli episodi di contagio tra i vaccinati o le reinfezioni da parte di soggetti già colpiti dal Covid. E infine il passaggio più discutibile, quello legato al trattamento "invasivo" che potrebbe "alterare in modo irreversibile il Dna".