Per il decesso di Martina Rossi in primo grado i due giovani imputati erano stati condannati a sei anni per morte come conseguenza di altro reato e tentata violenza di gruppo sulla studentessa
E' stata prescritta l'accusa di morte come conseguenza di un altro reato al processo d'appello per il decesso di Martina Rossi, la ventenne genovese che precipitò dal balcone di un albergo a Palma di Maiorca il 3 agosto 2011. Lo ha dichiarato il presidente della sezione della corte d'appello di Firenze, Angela Annese, all'apertura del processo di secondo grado contro Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, i due 27enni condannati in primo grado.
Sei anni in primo grado La sentenza era arrivata il 14 dicembre, quando la corte decise per i due giovani una pena di sei anni di carcere, giudicandoli colpevoli di morte come conseguenza di altro reato e tentata violenza di gruppo, e stabilendo quindi una pena di tre anni per ogni reato. Secondo la ricostruzione dell'accusa al processo di Arezzo, al ritorno dalla notte in discoteca la ragazza sarebbe salita in camera dei due giovani di Castiglion Fibocchi perché nella sua camera le amiche erano in compagnia degli altri due ragazzi della comitiva e avevano formato due coppie.
La tentata violenza e la fuga disperata Il pm ritiene che la giovane sarebbe stata oggetto di un tentato stupro, come proverebbe il fatto che i pantaloncini le erano stati sfilati e non furono mai ritrovati, e come proverebbero i graffi al collo di Albertoni. Poi, sempre secondo il pm e i legali della vittima, Martina avrebbe tentato una fuga disperata: vide il muretto sul balcone che separava la stanza dei due giovani da un'altra e lo considerò una via di fuga, ma in preda alla paura dopo l'aggressione e senza occhiali in quel momento, perse l'equilibrio e cadde nel vuoto, finendo sul muretto.