Già qualche mese fa si era saputo che nell'embito dell'indagine della Procura fiorentina era emersa l'ipotesi corruttiva, ma non si sapeva nei confronti di chi fosse ipotizzato il reato
Il parlamentare Pd Luca Lotti, l'ex presidente della Fondazione Open Alberto Bianchi, l'imprenditore Patrizio Donnini e il costruttore Alfonso Toto sono indagati nell'inchiesta della procura di Firenze sulla fondazione Open. L'ipotesi di reato sarebbe quella della corruzione. L'indagine è stata aperta per finanziamento illecito ai partiti: nei mesi scorsi si è appreso che c'era anche un'ipotesi di corruzione, ma non si sapeva a chi fosse stata contestata.
L'accusa, in concorso, è di corruzione per l'esercizio della funzione. Nell'avviso di proroga delle indagini non sarebbe tuttavia specificato
l'episodio a cui si riferisce il reato contestato. Ipotesi fondante dell'inchiesta della procura fiorentina su Open è quella che la fondazione renziana sia stata usata come un'articolazione di una corrente di partito (il Pd), violando le norme sul finanziamento.
Per la guardia di finanza nella fondazione Open sarebbero confluiti dal 2012 al 2018 oltre 7 milioni di euro in violazione delle norme sul finanziamento ai partiti. Nell'inchiesta sono indagati fin dalle prime fasi delle indagini l'ex presidente di Open Alberto Bianchi e l'imprenditore Marco Carrai, accusati di finanziamento illecito ai partiti. Stesso reato che poi i pm hanno attribuito a Matteo Renzi e ai componenti del consiglio direttivo della fondazione Maria Elena Boschi e Luca Lotti.
Oggetto delle indagini anche un pagamento di circa 2 milioni di euro fatto dalla Toto Costruzioni spa in favore dello studio dell'avvocato Alberto Bianchi, come compenso per un incarico professionale avuto dal legale in merito a un contenzioso tra il gruppo di costruzioni e Autostrade per l'Italia. Un passaggio di denaro considerato sospetto dalla procura di Firenze.