Nel 2014, dopo il decesso della 78enne, viene aperto il testamento olografo: il contenuto del testo scatena la rabbia dei familiari che accusano la lavoratrice di circonvenzione di incapace
© ansa
Dopo 10 anni di battaglie legali con i parenti, una badante è riuscita a ottenere i 700mila euro che le aveva lasciato in eredità l'anziana per cui la donna lavorava dal 2009. Tutto ha avuto inizio nel 2014, dopo la morte della 78enne, residente a Lucca, vedova e senza figli. Come riporta il Corriere Fiorentino, tra le carte dell'anziana spunta un testamento olografo datato dicembre 2013, in cui la donna nomina la collaboratrice domestica erede universale di tutti i suoi beni; scatenando la rabbia dei parenti che accusano la badante di aver circuito l'anziana.
Con delle perizie di parte i parenti sostengono che l'anziana, affetta di diverse malattie, non era in grado di intendere e volere al momento di scrivere le sue ultime volontà, un mese e mezzo prima del decesso. In sede civile chiedono l'annullamento del testamento, ottenendo in un primo momento il sequestro temporaneo di tutti i beni dell’anziana. E denunciano penalmente la collaboratrice domestica per circonvenzione di incapace.
La badante finisce quindi sotto processo: in primo grado vengono accolte le tesi dei familiari, in appello invece la sentenza viene ribaltata; finché due anni fa la donna è stata assolta definitivamente, riuscendo a dimostrare la sua innocenza. E ottenere così ciò che l'anziana le ha lasciato in eredità come scritto nel testamento: "Lascio tutto alla mi bimba che si è occupata di me".