Nencini parla della sua intervista e chiarisce: "Non giudico le scelte difensive". Condanne dal gruppo dei laici di centrodestra al Csm e dalla difesa di Sollecito
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Torna a parlare Alessandro Nencini, il presidente della Corte d'Appello di Firenze che ha condannato Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher. "Non ho inteso anticipare le motivazioni della sentenza", ha detto. Il magistrato ha poi corretto il tiro dopo le critiche mosse a Sollecito sul mancato interrogatorio: "Non metto in dubbio la legittimità della scelta di un imputato di rendere spontanee dichiarazioni".
La dichiarazione ufficiale del magistrato - "In relazione agli articoli di stampa che hanno riportato mie affermazioni sul processo per la morte di Meredith Kercher intendo precisare che non vi è stata alcuna intervista organizzata o preordinata. Ho incontrato casualmente alcuni giornalisti nei corridoi del palazzo di giustizia che mi hanno riferito di voci ed illazioni che circolavano sulla durata della camera di consiglio. Ho quindi avuto con loro un breve colloquio destinato, nelle mie intenzioni, a chiarire possibili equivoci. Di questo mi assumo la responsabilità, riaffermando che non ho inteso anticipare in alcun modo le motivazioni della sentenza".
Nessun giudizio sulla difesa di Sollecito - "In particolare non ho espresso alcun giudizio sulla strategia processuale delle difese degli imputati. Anzi l'unico riferimento, peraltro riportato nell'articolo apparso sul Messaggero, è quello in cui ho affermato che gli imputati sono stati difesi nel processo 'ad altissimo livello'. Se le mie parole hanno generato fraintendimenti su questo punto e sulla assoluta legittimità della scelta di un imputato di rendere spontanee dichiarazioni me ne rammarico. Queste precisazioni erano doverose per il rispetto che devo alle persone che con me hanno partecipato al processo e all'Ordine cui mi onoro di appartenere; oltre che per coerenza con la mia storia professionale, fatta di oltre trenta anni di lavoro svolto senza riflettori e senza interviste".
Csm, laici di centrodestra all'attacco - Il gruppo dei laici di centrodestra al Csm, con l'eccezione di Annibale Marini, ha chiesto al Comitato di presidenza di Palazzo dei marescialli l'apertura di una pratica sul giudice Alessandro Nencini per le interviste date all'indomani della sentenza sul giallo di Perugia.
"Non solo ha dato pubblicità a elementi da ritenere coperti dal segreto della camera di consiglio e ha anticipato vari aspetti di una motivazione ancora non conosciuta, ma ha altresì espresso giudizi negativi sulla condotta processuale di uno degli imputati. Potrebbe aver rivelato una grave carenza d'imparzialità nell'esercizio delle proprie funzioni", scrivono Nicolò Zanon, Filiberto Palumbo, Bartolomeo Romano e Ettore Adalberto Albertoni.
Esposto della difesa di Sollecito - I difensori di Raffaele Sollecito presenteranno un esposto nei confronti di Nencini per le interviste rilasciate dopo la sentenza dell'appello bis. Lo ha reso noto uno dei legali, Luca Maori. La difesa di Sollecito ritiene che l'intervista abbia violato la camera di consiglio e che le parole di Nencini abbiano evidenziato un "pregiudizio" nei confronti del giovane. La difesa si rivolgerà quindi al Csm, al procuratore generale presso la Cassazione e al ministero della Giustizia.
Il ministro Cancellieri vuol vederci chiaro - In merito alle dichiarazioni rese alla stampa dal Presidente della Corte d'Assise d'appello di Firenze relative alla sentenza riguardante l'omicidio della studentessa Meredith Kercher, il Ministro della giustizia Annamaria Cancellieri -informa un comunicato - ha "chiesto all'Ispettorato generale del Ministero accertamenti preliminari".
Il fratello di Mez: Amanda vada in prigione - Amanda Knox dovrebbe essere in prigione negli Stati Uniti e le autorità americane devono essere coerenti. Lo ha dichiarato al Daily Mirror Lyle Kercher, fratello di Meredith, dopo la sentenza di condanna per omicidio della cittadina Usa da parte del tribunale di Firenze. "Non mi capacito del fatto che un criminale non sia dietro le sbarre", ha aggiunto, affermando che Knox dovrebbe stare in custodia mentre l'Italia avvia il processo di estradizione. "Vediamo casi tutto il tempo in cui (gli Stati Uniti, ndr) cercano di estradare le persone, come Julian Assange ed Edward Snowden - ha affermato Lyle - Gli americani non possono andare in giro dicendo una cosa e facendone un'altra". Il fratello di Meredith ha detto anche che sarebbe sorpreso se gli Usa non concedessero alle autorita' italiane l'estradizione di Amanda.