Orrore a Pistoia, ucciso a colpi di accetta durante una lite
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Il raptus per un banale litigio su una luce non spenta. Gianluca Lotti ha colpito il compagno di stanza, Massimo Tarabori, di Pescia, 55 anni, in una casa famiglia. Già nel 1998 Lotti aveva ucciso la fidanzata a colpi di bastone
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Tragedia in una casa famiglia di Massa e Cozzile, in provincia di Pistoia. Un banale litigio per una luce non spenta ha scatenato la furia omicida di un uomo di 38 anni, Gianluca Lotti, che con un'accetta ha colpito Massimo Tarabori, di Pescia, 55 anni, compagno di stanza, uccidendolo. L''omicida ha chiamato la polizia e si è fatto arrestare. Nel 1998 Lottì ammazzò la sua fidanzata.
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Il litigio, poi degenerato, sarebbe scoppiato poco dopo la mezzanotte, quando i due erano da poco rientrati nella stanza dopo aver visto la televisione.
Una quindicina i colpi inferti dal folle omicida che poi, dopo aver avvertito uno degli altri due ospiti della struttura assicurandogli che lui stesso avrebbe chiamato la polizia, si è fatto la doccia, rasato e vestito. Subito dopo, intorno alle 23.30, ha chiamato il 113 e ha confessato l'omicidio al commissariato di Montecatini (Pistoia).
"Tarabori non spengeva mai la luce, non collaborava alla pulizia della casa avrebbe raccontato, tra l'altro, Lotti spiegando che questi erano motivi di liti continue tra loro, fin dall'arrivo a Massa e Cozzile dell'omicida, nell'ottobre scorso. Ieri sera ha aspettato che il suo compagno di stanza si addormentasse e poi, con un'accetta, presa da un deposito di attrezzi che si trova a fianco della casa, ha iniziato a infierire sul corpo. I primi colpi all'altezza della testa e della gola. Si è fermato, si è messo un paio di guanti di lattice, e ha ripreso l'accetta, colpendo ancora la vittima alle mani e poi alla testa.
L'uomo aveva già dei precedenti. Nel 1998 aveva, infatti, ucciso la fidanzata a Pistoia. La giovane, Silvia Gianni, 20 anni, venne colpita con un bastone e finita con una trivella. In primo grado a Lotti fu riconosciuta la seminfermità mentale e venne condannato a 24 anni di carcere.
L'omicida da ottobre era in una casa famiglia - La follia omicida di Gianluca Lotti era esplosa la prima volta nella notte tra il 19 e il 20 settembre 1998 quando, forse al termine di una lite con la fidanzata 20enne, la colpì diverse volte con un bastone, uccidendola. Al processo di primo grado fu riconosciuto seminfermo di mente e condannato a 24 anni di carcere, poi ridotti in appello a 16.
Dopo 6 anni trascorsi nel carcere di Prato e 8 nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino, nello scorso ottobre Lotti aveva ottenuto la libertà vigilata dal tribunale di sorveglianza che lo aveva assegnato alla struttura di recupero "Un popolo in cammino" di Massa e Cozzile. Si tratta, come hanno spiegato gli inquirenti, di una "struttura adibita a chi ha disturbi di lieve entità".