"Dovevamo fermarla, non potevamo rischiare che ci fosse qualche altra vittima", ha detto il procuratore di Livorno
Al momento Fausta Bonino, l'infermiera "killer" di Piombino, è accusata di aver ucciso a colpi di eparina 13 pazienti non terminali ma l'inchiesta non è ancora finita e potrebbe allargarsi. Procura e Nas infatti stanno facendo accertamenti su altri casi spulciando vecchie cartelle cliniche alla ricerca di anomalie. "Dovevamo fermarla, non potevamo rischiare che ci fosse qualche altra vittima", ha detto il procuratore di Livorno Ettore Squillace Greco.
Come riporta Il Tirreno, i carabinieri stanno analizzando tutte le testimonianze, raccolte sia tra i colleghi dell'arrestata sia tra i parenti delle vittime. Per il momento, la donna, originaria di Savona ma da 20 anni in Toscana, è l'unica indagata con l'accusa di omicidio volontario plurimo. Intanto il gip Antonio Pirato ha fissato l'interrogatorio di garanzia per lunedì 4 aprile, nel carcere di Pisa.
L'infermiera è stata arrestata perché il gip ha ravvisato i pericoli di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, ricavata questa dalle indagini, dove il Nas ha rilevato tentativi della Bonino di ottenere informazioni dalle colleghe, provando, tra l'altro, a convincerle della sua estraneità ai decessi.