Si tratta di un marocchino di 28 anni, che si è presentato in questura ammettendo di essere lui l'automobilista che ha travolto il 19enne di Foggia
Caccia al pirata finita a Prato. L'uomo che sabato sera ha investito Giancarlo Ravidà si è presentato in questura, accompagnato dal suo avvocato, ammettendo di essere lui l'automobilista che ha provocato la morte del 19enne, originario di Foggia. Si tratta di un marocchino di 28 anni, con un precedente penale, sposato con un'italiana e con due figli minori. E' stato sottoposto a fermo con l'accusa di omicidio colposo e omissione di soccorso.
"Sii uomo, recupera la tua umanità e costituisciti". Questo l'appello che aveva lanciato su Facebook Domenico Ravidà, cugino di Giancarlo, al conducente dell'auto. Il messaggio aveva ottenuto più di duemila condivisioni.
Il legale del pirata: "Ha cercato di partecipare ai soccorsi" - Si sarebbe fermato e avrebbe partecipato ai soccorsi, ma senza rivelare che era stato lui a investire Giancarlo Ravidà perché aveva paura. Secondo l'avvocato del marocchino, infatti, "il suo assistito si è fermato con la sua auto a pochi metri di distanza dal luogo dell'incidente. Ha cercato di partecipare alle manovre di soccorso senza tuttavia comunicare alla polizia municipale e ai medici che era stato lui a travolgere il ragazzo". "Spero che la procura tenga conto del racconto e che faccia cadere il reato di omissione di soccorso", ha affermato il legale.
Il marocchino era in auto con un amico, arrestato poi per rapina - Il marocchino al momento dell'impatto era alla guida della sua Audi A3 con un connazionale che il giorno dopo - domenica - è stato arrestato dalla polizia per una rapina consumata ai danni di un cinese a Prato. La procura sta cercando di ricostruire come i due hanno trascorso la serata. Stando a quanto ha raccontato il fermato al sostituto procuratore, quella stessa sera il 28enne avrebbe chiamato sul luogo dell'incidente anche sua moglie.