Secondo la Corte d'Assise di Firenze l'ex boss di Cosa Nostra non fu il mandante dell'attentato in cui morirono 17 persone il 23 dicembre 1984
© ansa
La Corte d'Assise di Firenze ha assolto Totò Riina dall'accusa di essere il mandante dell'attentato sul Rapido 904 che causò la morte di 17 persone il 23 dicembre del 1984. L'ex boss di Cosa Nostra non ha assistito alla lettura della sentenza. "Manca la prova piena che sia colpevole, è la vecchia insufficienza di prove", ha spiegato il difensore di Riina, Luca Cianferoni.
Riina, in carcere a Parma, è stato assolto in base al secondo comma dell'art. 530 del codice di procedura penale.
Per la strage del "treno di Natale" diretto da Napoli a Milano il 23 dicembre 1984, fu già condannato con sentenza definitiva il mafioso Pippo Calò, in concorso con Guido Cercola, Franco Di Agostino e l'artificiere tedesco Friedrich Schaudinn.
Il pm aveva chiesto l'ergastolo - "Chiedo la pena massima dell'ergastolo per Riina. Non perché non poteva non sapere, perché era a capo dell'organizzazione, ma perché esercitava questo potere. Solo con la sua autorizzazione è stato fornito l'esplosivo a Calà e solo lui poteva decidere la destinazione dell'esplosivo. Riina è il determinatore, lui dà questo contributo decisivo". Con queste parole il pm Angela Pietroiusti aveva chiesto la condanna di Riina.