La donna è affetta da sclerosi multipla progressiva
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Una donna di 54 anni, affetta da sclerosi multipla progressiva, ha diffidato l'azienda sanitaria della Toscana per averle negato l'accesso alla morte assistita sulla base del fatto che, per potervi accedere, secondo la sentenza costituzionale Cappato-Antoniani (242/2019) occorre essere "tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale". Ne dà notizia l'Associazione. Alla paziente, totalmente paralizzata, era stata prescritta la Peg, ovvero la nutrizione artificiale, in quanto costantemente a rischio di vita per polmonite da soffocamento. La paziente aveva rifiutato l'inserimento della Peg, poiché, nella sua condizione, era considerata un accanimento terapeutico a cui non si voleva sottoporre.