All'indomani della richiesta di archiviazione nell'inchiesta Consip arriva l'annuncio del padre dell'ex presidente del Consiglio
© ansa
"Oggi dico basta. Vado in pensione, lascio ogni incarico, metto in vendita la mia società. Mi arrendo". Inizia così la lunga lettera scritta da Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del Consiglio, per annunciare l'addio all'attività lavorativa. La decisione arriva proprio all'indomani della richiesta di archiviazione nell'inchiesta Consip. Renzi senior rispondeva di millantato credito in concorso con l'imprenditore di Scandicci Carlo Russo.
"Può sembrare strano che decida di arrendermi proprio oggi ma c'è un perché - si legge su una pagina a pagamento de La Nazione -. I tempi del business sono diversi dai tempi della giustizia e io non posso più continuare a lavorare". Il motivo sarebbe dovuto alla perdita di clienti subita dalla sua azienda e dovuta alle vicende giudiziarie che lo vedono coinvolto "nonostante io stia collezionando archiviazioni delle indagini contro di me e condanne in sede civile per chi mi ha diffamato".
Proprio per "garantire il posto di lavoro ai collaboratori", Tiziano Renzi ha quindi incaricato un team di professionisti di vendere la società entro la fine dell'anno. "Il business è solido - si legge ancora nella lettera - e un nuovo proprietario potrà garantire l'occupazione".
Le ultime righe della missiva fanno riferimento nello specifico a quanto accaduto dal momento in cui Matteo Renzi è diventato presidente del Consiglio: "Dal 2014 la mia vita è cambiata. Fino a 4 anni fa non ho avuto nessun problema con lo Stato. Poi è iniziata una odissea di avvisi di garanzia, indagini, inchieste. Ora me ne vado a testa alta. Hanno condannato chi mi ha diffamato, non me. Ma devo andarmene per rispetto a chi lavoro con me".