NELLA FOSSA DEI "ROSSI"

Tribunale di Livorno: il saluto romano allo stadio "comunista" non è reato

Assolti quattro supporter dell'Hellas Verona. L'episodio avvenne a Livorno, la cui tifoseria è notoriamente di sinistra. Per questo, secondo il giudici, gli imputati non potevano fare proselitismo

09 Mar 2015 - 11:59
 © ufficio-stampa

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Il saluto romano va bene, ma solo se allo stadio. E' quanto si evince dalla sentenza di un giudice di Livorno, che ha assolto 4 tifosi dell'Hellas Verona finiti sotto processo per aver fatto il gesto fascista durante una partita di calcio tra la propria squadra e il Livorno, la cui curva è notoriamente di sinistra. I legali sono riusciti a convincere il tribunale che i 4 non potevano fare proseliti perché circondati dai "rossi".

L'episodio risale al 3 dicembre 2011, quando l'Hellas incontrò il Livorno, la cui tifoseria, appunta, è solita inneggiare a Che Guevara, intonando "Bella Ciao".

La sentenza di Livorno stride chiaramente, però con quella della Cassazione, che lo scorso settembre aveva confermato la condanna per due simpatizzanti di CasaPound che, a un raduno neofascista, avevano salutato a braccio teso. "Ci sono ancora rischi di rigurgiti antidemocratici che rendono necessario mantenere in vigore la legge Scelba, la quale vieta la ricostituzione del partito fascista e i gesti del Ventennio", scrivevano i supremi giudici.

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