il fascismo ai tempi dei social

Tra fasci littori e aperitivi, ecco i fascisti del web

I fascisti del web insorgono contro la proposta del deputato Pd Emanuele Fiano che vieta di pubblicare sul web di immagini e simboli del Ventennio

di Michele Zaccardi
11 Lug 2017 - 19:25
 © ansa

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Dopo la presentazione alla Camera del proposta di legge che introduce il reato di propaganda fascista, con un’aggravante specifica se commessa sul web, è scoppiata la battaglia politica. Chi sono i fascisti di Facebook? Pericolosi virus della democrazia, o semplici nostalgici? Tra le decine di pagine presenti sul popolare social se ne trovano di tutti i tipi. Alcune organizzano anche aperitivi, rigorosamente in camicia nera.

Il testo presentato dall'onorevole Pd Emanuele Fiano, punta a colpire la propaganda nazifascista realizzata sul web e sui social. Tra gli obiettivi della proposta c’è anche vietare la vendita di gadget e cimeli che riproducono slogan o simboli del regime. L’esigenza di introdurre questa nuova fattispecie penale nasce dai “frequenti fatti di cronaca che riportano la denuncia e lo sconcerto da parte di turisti in viaggio nel nostro Paese, che si trovano di fronte a vetrine che espongono oggetti o immagini che richiamano tali ideologie”, si legge nel testo della legge approdata in Aula.

La battaglia politica si è concentrata sull’aggravante prevista per chi fa propaganda attraverso strumenti telematici o elettronici, ovvero il web e i social. Su Facebook basta digitare “fascismo” nel motore di ricerca per trovarsi davanti a decine di pagine, più o meno goliardiche, che inneggiano al Ventennio e a ”L’Ultimo grande condottiero”, come viene chiamato, Mussolini. “Fascismo e rivoluzione”, “Fascisti e fascismo”, “Benito Mussolini duce del fascismo” e “Cultura della Terza Via” sono alcune di queste.

E cosa pubblicano? Contenuti xenofobi e razzisti, o solo simboli tratti da un immaginario folkloristico di un passato ormai concluso? Numerosi sono i post con i quali si commenta la proposta dell’onorevole Fiano, anche in modo ironico, indirizzandogli dei fascistissimi saluti romani. Alcune di queste pagine provano a fare informazione pubblicando articoli di riviste quali “l’Italia coloniale” e scritti di contenuto revisionista. Altre denunciano le violenze perpetrate dai partigiani tra il ’44 e il ’48, o i bombardamenti sulle città italiane da parte degli alleati. Vengono condivisi anche articoli di quotidiani come il Corriere e la Stampa. Una notizia che è rimbalzata da una pagina all’altra, è la dichiarazione di Asmara, capitale dell’Eritrea e gioiello dell’architettura razionalista, quale patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Altre pagine, invece, sono di puro stampo celebrativo della figura del duce e delle conquiste in campo economico, militare e sociale dell’Italia fascista. Tra fasci littori, faccette nere e canzoni dell’area, alcune pagine organizzano anche incontri. L’ultimo evento visibile è quello della pagina “Fascismo a Ferrara”. I camerati si sono dati appuntamento il 21 giugno scorso per un aperitivo, naturalmente nostalgico. Il nome dell’evento è, infatti, “incontro celibanista”, dalla squadra d’azione fondata dal ras di Ferrara Italo Balbo.

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