Dopo il caso di Maria Cristina Gallo, l'insegnante con tumore al 4° stadio che ha atteso 8 mesi per le sue analisi, sono quasi 3mila le analisi bloccate nei laboratori di Anatomia patologica
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Circa 200 pazienti siciliani attendono ancora l'esito dei propri esami istologici, bloccati in un preoccupante arretrato che ha accumulato quasi 3mila referti nei laboratori di Anatomia patologica degli ospedali di Trapani e Castelvetrano. Questa situazione di emergenza pone gravi rischi per la salute di centinaia di persone che vivono nell'incertezza e potrebbero subire ritardi potenzialmente fatali nell'accesso alle cure necessarie.
Il direttore generale dell'ASP di Trapani, Ferdinando Croce, ha avviato un'indagine interna per verificare eventuali responsabilità e ha preso un impegno formale: "Entro il 31 marzo 2025 verranno chiusi tutti i referti istologici relativi al 2024 e refertati tutti i campioni istologici pervenuti dai presidi ospedalieri del territorio entro gennaio 2025". Una promessa che arriva dopo l'intervento del Ministero della Salute, che ha richiesto chiarimenti ufficiali sui tempi di lavorazione dei campioni.
L'Intervento delle istituzioni - La gravità della situazione ha attirato l'attenzione delle istituzioni nazionali e regionali. L'assessorato regionale alla Salute ha inviato ispettori per verificare le condizioni nei laboratori trapanesi, mentre esponenti politici come il capogruppo del M5S all'ARS Antonio De Luca e la deputata Cristina Ciminnisi hanno definito i ritardi "letteralmente scandalosi" e hanno chiesto che l'assessore Faraoni riferisca in commissione Salute all'ARS sulla situazione in tutta la Sicilia.
Il caso di Maria Cristina Gallo - La vicenda che ha portato alla luce questa emergenza sanitaria è quella di Maria Cristina Gallo. L'insegnante 56ene di Mazara del Vallo con un tumore al quarto stadio, ha dovuto attendere otto mesi per ricevere l'esito di un esame istologico cruciale. Il percorso della donna è iniziato nel dicembre 2023 con un intervento di isterectomia per quello che sembrava un fibroma all'utero.
Nonostante le ripetute sollecitazioni all'ospedale di Mazara del Vallo, il referto è arrivato solo nell'agosto 2024, quando la malattia era già progredita a uno stadio avanzato con metastasi diffuse. Attualmente, l'insegnante affronta ogni settimana il viaggio verso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano per le sedute di chemioterapia. "Ogni mercoledì mattina raggiungo Palermo per salire sull'aereo per Milano e torno con l'ultimo volo la sera", racconta la donna, che ha già completato 15 trattamenti e ne ha altri 15 programmati entro giugno.
La sua storia è arrivata fino al Parlamento grazie a un'interrogazione presentata dall'onorevole Giorgio Mulè (FI), che ha discusso il caso con il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. Il vicepresidente della Camera, originario proprio di Mazara, ha incontrato personalmente Maria Cristina, esprimendole solidarietà. "Il presidente della Regione Schifani e il responsabile della sanità regionale Faraoni mi hanno assicurato che quanto avvenuto all'ASP di Trapani non dovrà ripetersi", ha dichiarato dopo l'incontro.
Il primo caso - Tra le vittime dei ritardi sanitari nella provincia di Trapani Paolo Robino, ex infermiere 74enne di Salemi, deceduto improvvisamente per infarto il 13 gennaio. L'uomo attendeva da quattro mesi il risultato degli esami istologici dopo un'operazione per l'asportazione di un tumore effettuata il 24 settembre all'ospedale di Marsala. "Chi ha sbagliato deve pagare", ha dichiarato Ferdinando Croce dopo la notizia del decesso.