Treni, nove guasti in sette giorni
© Withub
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Una catena di malfunzionamenti ha portato alla paralisi dei trasporti. Sospesa la ditta che ha causato il danno. Tutto quello che sappiamo sulla giornata nera
A paralizzare il traffico ferroviario mercoledì a Roma, provocando la cancellazione di oltre 100 treni, è stato davvero un chiodo, come riportato dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Un chiodo che però è stato solo il primo di una serie di circostanze che, a cascata, hanno scatenato i disagi durati tutta la giornata. E se alla fine l'impresa di manutenzione ha pagato, come richiesto dal ministro, con la "sospensione di qualsiasi attività con Rfi", le polemiche non si sono placate. Perché che un solo chiodo possa mandare in tilt i trasporti di un intero Paese, viene sottolineato, è un fatto sul quale bisogna indagare in modo approfondito.
Del resto lo stesso amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana, Giampiero Strisciuglio, dopo essersi scusato per i disagi, nelle ore successive ha spiegato al Corriere della Sera che intorno alle 6:30 di mercoledì mattina "c'è stato un guasto a una cabina elettrica che alimenta gli impianti di circolazione all'interno del nodo di Roma", rendendo inutilizzabili gli impianti di Roma Termini e Roma Tiburtina. Il guasto, ha aggiunto Strisciuglio, "è stato provocato da alcuni lavori notturni effettuati da un'azienda esterna al gruppo Ferrovie, un'attività svolta in modo non corretto che ha danneggiato un cavo e compromesso il funzionamento dell'alimentazione elettrica di una cabina".
Ma al guasto provocato dal chiodo piantato dall'operaio sui cavi dell'alta tensione, a quanto pare se ne è aggiunto subito dopo un altro. Al danno, ha proseguito Strisciuglio, si è infatti "aggiunto il malfunzionamento della stessa cabina: anziché intervenire il sistema di alimentazione alternativo è scattata la messa in sicurezza dell'operatività, scollegando tutto. Una serie di malfunzionamenti, ma originati dal danno sulla linea elettrica causato dalla ditta esterna".
L'ad di Rfi ha quindi chiarito che si è trattato di un incidente raro, e "la rarità è nel fatto che la cabina di per sé ha una dotazione che le consente di supplire al primo malfunzionamento, ma in realtà all'interno della stessa cabina, come detto, qualcosa si è bloccato e questo è tuttora oggetto di ulteriori approfondimenti. Le cosiddette ridondanze tecniche che salvaguardano il funzionamento dell'impianto sono state, ripeto, vanificate da questa catena di anomalie".
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Anomalie che saranno probabilmente oggetto di indagine da parte di Rfi. Strisciuglio ha infatti annunciato "l'avvio di un'attività di verifica e di indagine interna che determinerà delle responsabilità davanti alle quali prenderemo dei provvedimenti". Provvedimenti relativi non solo all'azienda per la quale lavora l'operaio che ha piantato il chiodo sui cavi, ma "all'intera catena che ho appena descritto. Non possiamo accettare questo tipo di malfunzionamenti". Ma l'ad specifica che "noi ci siamo subito attivati con tutte le verifiche, ma il primo responso attribuisce in maniera chiara la responsabilità al danno sul cavo come causa principale dell'interruzione del servizio".
L'azienda alla quale Rfi ha sospeso il contratto dopo il guasto che ieri mattina ha mandato in tilt la circolazione dei treni, secondo quanto si apprende, è la Str92, con sede a Fontana Liri Inferiore in provincia di Frosinone. Sul sito si legge che l'azienda è specializzata in servizi topografici e ingegneristici nel mondo delle infrastrutture. "Siamo uno studio tecnico d'ingegneria multidisciplinare - si legge - esperti in topografia, geodesia e monitoraggi offriamo assistenza e consulenze tecniche nel vastissimo campo dell'ingegneria civile e ambientale". Sempre sul sito, tra i clienti vengono indicati tra gli altri Metro C di Roma, Anas, Italferr, Webuild, Vianini.
E dall'indagine, secondo Repubblica, già sono emerse alcune criticità. Il cavo tranciato intorno alle 3 di notte, spiega il quotidiano, "finisce direttamente alla centralina che controlla la sala operativa della stazione Termini. Si tratta di una di quelle cabine elettriche 'rosse', cioè delicatissime, che dovrebbero avere sistemi per cui, in caso di guasti o incidenti come quello accaduto l’altra notte, continuino a funzionare. E così è successo. Tranciato il cavo, la centralina ha continuato a funzionare grazie alle batterie di continuità, come previsto. Il problema è che avevano circa tre ore di autonomia e così alle 6.20 tutto si è spento".
Un guasto strano, perché "i sistemi di sicurezza prevedono che, quando partono i gruppi di continuità, venga inviato un segnale di allarme alla centrale operativa, in modo che i tecnici possano intervenire prontamente. Non è successo. Così come non ha funzionato la seconda linea elettrica, che avrebbe dovuto sostenere il guasto della prima. Com’è stato possibile?". E l'ipotesi è che il cavo non sia stato "tranciato di netto e questo ha comportato che la rete desse comunque segnali, seppur discontinui". Una "circostanza rara" che ha mandato tutto in tilt.