Ministro Boccia: "Si cambi o la legge sarà impugnata"
Un mutamento giuridico destinato ad alzare numerose polemiche. Non si potrà più utilizzare il termine “Alto Adige” e il corrispondente aggettivo “altoatesino”. E’ quanto deciso dal Consiglio provinciale di Bolzano a proposito della denominazione della terra di confine più a Nord d’Italia. Resta invariato, invece, il vocabolo in lingua tedesca Suedtirol, mentre in italiano si utilizzerà solo il termine “Provincia di Bolzano”. “Un attentato vero e proprio alla Costituzione”, ha commentato Michaela Biancofiore, deputata e coordinatrice regionale Forza Italia del Trentino Alto Adige. Il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher: "Denominazione Alto Adige non è stata abolita".
Il disegno di legge, approvato con 24 sì, 5 astensioni (tra cui PD, Verdi, Lega) e un no (L'Alto Adige nel cuore-Fratelli d'Italia) riguarda le "Disposizioni per l'adempimento degli obblighi della Provincia autonoma di Bolzano, derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea". "Credo che il governo italiano non si permetterà di impugnare questa legge. Sarebbe un grave affronto, e comunque non ci sarebbero problemi davanti alla Corte costituzionale", ha detto a margine della votazione Arno Kompatscher, presidente della Provincia autonoma, il quale successivamente ha chiarito la questione. "La denominazione Alto Adige non è
stata abolita. Va ricordato che non sarebbe neanche possibile, visto che la denominazione della Regione Trentino Alto Adige Suedtirol è sancita dalla Costituzione".
"Il provvedimento - ha spiegato il governatore Kompatscher - riguardava semplicemente un comma della legge omnibus, nel quale la denominazione Alto Adige
è stata sostituita con quella di Provincia di Bolzano". "Il dibattito - ha proseguito Kompatscher - riguarda il fatto che la dizione tedesca Suedtirol non è stata modificata. Giustamente, va detto, è stato evidenziato che di conseguenza anche in tedesco andrebbe scritto Provinz Bozen. Così però non è stato fatto". Il presidente della Provincia autonoma ha ribadito che "per il futuro si deve procedere unitamente. La questione della toponomastica comunque può essere trattata in dialogo e comune accordo, tenendo conto delle sensibilità di tutti i gruppi linguistici presenti sul nostro territorio".
Ministro Boccia: "Kompatscher cambi o legge sarà impugnata" - "Ho personalmente chiesto al presidente Arno Kompatscher di intervenire sulla norma relativa
al disegno di legge. E' necessario rendere i testi italiani e tedeschi perfettamente identici e rispettosi della Costituzione. Se cosi' non dovesse essere la
legge sarà impugnata dopo la sua pubblicazione". Così il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia.
"Sarebbe opportuno continuare a discutere esclusivamente delle esigenze della comunità della provincia autonoma di Bolzano e dell'intera Regione Trentino
Alto Adige cosi' come abbiamo fatto con il Presidente Kompatscher nel nostro primo incontro istituzionale a Roma, anziché di questioni ideologico nominalistiche che riguardano lo scontro tra la destra tedesca e la destra italiana. Nelle prossime settimane cosi' come da impegno assunto con tutte le regioni sarò
personalmente a Bolzano e Trento per affrontare tutti i dossier aperti tra il Trentino Alto Adige e il governo", ha concluso il ministro.
Michaela Biancofiore ha lanciato un appello al ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia e al Commissario del governo di Bolzano “affinché la legge approvata dal consiglio provinciale, a maggioranza etnica Svp-destre, che abolisce il nome Alto Adige, venga immediatamente impugnata”. La deputata FI ha inoltre aggiunto: “Un atto gravissimo di abolizione della toponomastica. Lasciar passare un tale affronto al sistema Paese sarebbe come accettare che una minoranza nazionale che assuma il controllo del governo nazionale, abolisca il termine Italia".
"Atteggiamenti anti-italiani, non antifascisti", così il consigliere Alessandro Urzì, deputato di Alto Adige nel Cuore, in riferimento alle critiche che definiscono il termine Alto Adige “autonomista e irredentista”.
Sulla struttura del secondo Statuto di Autonomia per la Regione Trentino-Alto Adige (1972) è intervenuta la riforma costituzionale del 2001, che ha assegnato alle Province autonome di Trento e Bolzano funzioni prevalenti nell’assetto autonomistico. A oggi, la Regione non esercita più rilevanti competenze amministrative dirette, che sono invece in ampia parte delegate alle due Province.