La Corte d'assise condannò il 31enne il 19 novembre al carcere a vita per l'omicidio dei genitori affermando la piena facoltà dell'imputato
Benno Neumair, quando uccise entrambi i genitori agì in piena capacità di intendere e di volere. Così le motivazioni della Corte d'assise che il 19 novembre aveva condannato il bolzanino all'ergastolo. La Corte, quanto al primo omicidio, ossia quello del padre, Peter Neumair, si è discostata quindi dagli esiti della perizia, mentre per il secondo omicidio, quello della madre, Laura Perselli, ha condiviso le conclusioni peritali.
Il disturbo di personalità di Benno Neumair, a giudizio della Corte, non ha inciso, dunque, sulla capacità di intendere e di volere al momento della commissione dei reati. Rispetto al secondo omicidio la Corte ha poi ritenuto sussistente l'aggravante della premeditazione in ragione delle modalità di commissione che si sono sostanziate in un vero e proprio agguato.
In un capitolo a parte, la Corte ha affrontato il rilevante tema delle circostanze attenuanti generiche, non ravvisando elementi della loro sussistenza; in particolare l'avvenuta confessione da parte dell'imputato è stata ritenuta neutra sotto il profilo probatorio e, soprattutto, intervenuta in un momento in cui il materiale probatorio raccolto era assolutamente sufficiente ad affermare la sua colpevolezza.
La Corte ha ricostruito sulla base dell'ampio materiale probatorio raccolto, i fatti del giorno dell'omicidio e di quelli successivi, analizzando tutte le testimonianze e i risultati delle indagini scientifiche di ogni tipo. Questo esame - informa il Tribunale di Bolzano in una nota - ha portato ad affermare oltre ogni ragionevole dubbio la commissione dei reati contestati da parte dell'imputato.