I due 19enni nati in Etiopia ma cresciuti in Alto Adige sono rimasti bloccati all’esterno dalla security per tutta la sera. Il commento del governatore: "E' un fatto che va condannato"
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Un sabato sera in compagnia, come tanti altri. Si decide di andare in discoteca, ma a due amici viene negato l'accesso dal buttafuori perché di colore. E' quanto è successo nel Meranese, come raccontano i due ragazzi Robel e Michael al quotidiano Alto Adige.
Secondo il racconto dei giovani, sarebbero stati "rimbalzati" anche altri ragazzi: chi nero, chi romeno, chi albanese e anche un giovane nato a Napoli. Secondo il gestore del locale, interpellato dal giornale locale, "solitamente sta fuori chi gira con compagnie poco raccomandabili o chi ha dato problemi in passato".
Le dichiarazioni - "Come si possono respingere tutte le persone "straniere" per il semplice sospetto che siano delinquenti - ribattono i due ragazzi che hanno comunque ripreso la scena davanti al locale con il telefonino - Il video l'abbiamo fatto perché eravamo increduli, quel che stava succedendo andava documentato. Non volevo svegliarmi col rimpianto il giorno dopo. Bisogna far vedere dove stiamo andando". I due comunque non demordono e insistono per poter raggiungere gli amici all'interno del locale, ma il buttafuori resta irremovibile. "Se non è questione di razzismo portateci qua fuori un nero che avete fatto entrare", chiedono Robel e Michael, ma l'uomo si allontana senza rispondere.
La condanna del governatore - Dal governatore altoatesino Arno Kompatscher arriva una netta condanna. "Non bisogna giudicare prima di conoscere esattamente i fatti - ha commentato - ma le notizie che ci giungono vanno nella direzione di una conferma. Se così fosse, è un fatto che va condannato e che deve avere delle conseguenze. Rimango senza parole, è una cosa inaccettabile".
Chi sono i due ragazzi - I due giovani sono nati in Etiopia, ma cresciuti in Alto Adige e si sentono italiani. Michael è stato adottato a due anni e mezzo e ora frequenta l'università a Torino. L'amico Robel è arrivato in Italia a sei anni e ha la passione dello sport, gioca infatti nel campionato di Eccellenza del Rotaliana. "Sono sempre stato accolto bene da tutti - spiega il ragazzo - Non ho mai subito atti discriminatori: crescendo mi sono accorto che forse si trattava di discriminazione "passiva", non immediatamente riconoscibile". Racconta di sentirsi più a suo agio e bene accetto a Londra. Il giovane ha anche partecipato all'ultima manifestazione antirazzista in piazza Walther a Bolzano.