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Runner morto in Trentino, autopsia: era vivo quando l'orso l'ha aggredito | La mamma: "Volevano una vittima? Ora c'è"

"Il dolore è inimmaginabile e non riesco a trovare le parole per spiegarlo", ha commentato la fidanzata

07 Apr 2023 - 18:18
orso runner morto © Tgcom24

orso runner morto © Tgcom24

Primi risultati dell'autopsia sul corpo di Andrea Papi, il runner di 26 anni trovato morto in Trentino, nei boschi del monte Peller, sopra l'abitato di Caldes. La Procura di Trento, che ha aperto un fascicolo senza notizia di reato, ha nominato un collegio di tre periti. Si tratta di un medico legale, un esperto di Dna animale e un veterinario, chiamati a definire le cause della morte. Il giovane, dai primi esiti delle perizie, era vivo quando è stato aggredito dall’animale. Nell'arco di un paio di giorni dovrebbero arrivare anche i risultati genetici sui campioni organici raccolti sul posto. Serviranno a dare un'identità all'orso che si trovava nella zona. Intanto, la mamma del giovane ha commentato quanto accaduto, dicendo: "Hanno voluto il morto? Ora c'è".

È già stato dato il nulla osta alla sepoltura.  Rimane da individuare l'esemplare responsabile
dell'aggressione.

"Saremmo andati a vivere insieme in autunno. L'altra sera lo aspettavo per cena con sua mamma Franca, dato che avremmo avuto un appuntamento. Il dolore è inimmaginabile e non riesco a trovare le parole per spiegarlo", ha raccontato la fidanzata del runner, Alessia Gregori, come riporta Il Messaggero.

Il caso - Il 26enne, laureato in Scienze motorie, è uscito di casa nel pomeriggio di giovedì da solo e in calzoncini corti per una sessione di allentamento, dirigendosi verso il monte Peller con i bastoncini da trekking. Si sarebbe trattato di un'uscita in alcune zone particolarmente impervie, ma su un percorso conosciuto dal giovane, la cui passione per l'attività fisica all'aria aperta era nota tra i residenti di Caldes e di tutta la val di Sole. Il mancato rientro a casa, in serata, ha messo in allarme la compagna e i famigliari, che si sono rivolti agli operatori della stazione del Soccorso alpino della valle e al numero unico di emergenza del Trentino.

Le ricerche sono iniziate immediatamente, con il coinvolgimento dei carabinieri della compagnia di Cles, dei vigili del fuoco volontari della valle, dei pompieri del corpo permanente di Trento, dotati di droni, e di diverse stazioni del Soccorso alpino, con le unità cinofile. È poi intervenuto anche il personale del Corpo forestale del Trentino. A trovare il giovane ormai senza vita, poco prima delle tre di notte, sono stati i cani molecolari. Il corpo del giovane si trovava sotto il ciglio di una strada forestale, in località Contre, sotto malga Grum.

Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, si è recato sul posto per incontrare i famigliari del ragazzo, i sindaci della val di Sole e gli esponenti della Comunità di valle. Subito dopo ha chiesto la convocazione di una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, tenutasi presso la sede del Commissariato del governo di Trento. "Questo è il momento del dolore, quindi credo che vada fatto quel che è giusto nel rispetto delle persone interessate in questo particolare momento. Ero sul posto questa mattina e ho potuto, insieme alle autorità competenti, vedere quanto accaduto di persona. Ho informato i ministro Gilberto Pichetto Fratin, il ministro Matteo Piantedosi e il vicepresidente del consiglio dei ministri Matteo Salvini dello stato delle cose", ha detto Fugatti a margine della riunione.

I numeri degli orsi - Attualmente, si stima che vi siano un centinaio di plantigradi in Trentino. L'accaduto ha riacceso il dibattito sulla loro pericolosità per l'uomo. Gli abitanti di Caldes danno per scontata la responsabilità di un orso: da qualche tempo, si segnala la presenza di uno o più esemplari nella zona. Lo scorso 5 marzo, poi, un escursionista di 39 anni, Alessandro Cicolini, è stato aggredito dall'esemplare Mj5, in val di Rabbi, poco distante da Caldes, mentre passeggiava con il proprio cane nei pressi di malga Mandriole, a circa 2.000 metri di altitudine. Le associazioni animaliste, invece, chiedono di evitare la diffusione di notizie non accertate, paventando l'inizio di una "caccia all'orso".

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