La vicenda è stata raccolta e raccontata sui social dall'associazione fiorentina "Vorreiprendereiltreno". "In un mondo civile, tutto questo non dovrebbe succedere", ha detto la donna
Una donna cieca ha inviato una mail a un albergo di Moena, in Trentino, per effettuare una prenotazione, specificando che sarebbe stata accompagnata dal suo cane, ma la struttura ha respinto la richiesta spiegando che il "regolamento non prevede l'accesso di animali di alcun genere". Alla risposta della donna in cui faceva presente che si trattava di un cane guida, l'albergo è rimasto fermo sulla sua posizione. La storia è stata raccolta e raccontata sui social dall'associazione fiorentina "Vorreiprendereiltreno", che si occupa di sensibilizzazione, inclusione e abbattimento delle barriere architettoniche, sociali e culturali in tutta Italia.
Sulla pagina Facebook dell'associazione "Vorreiprendereiltreno" è riportato il racconto-denuncia della donna. "Mi chiamo F., e ho un cane guida, essendo una persona cieca. Il mio più grande desiderio era fare una vacanza all'insegna del relax in montagna. La scelta del luogo dove andare era ricaduta su Moena, in Val di Fassa, dove avevo trovato un bellissimo albergo", ha scritto la protagonista della vicenda.
"Invio una mail per chiedere una prenotazione, facendo logicamente accenno al fatto che sarei stata accompagnata dal mio cane", ha proseguito la donna, aggiungendo che la risposta è stata: "'Purtroppo il nostro regolamento, pubblicizzato anche sul nostro sito, non prevede l'accesso di animali di alcun genere in struttura, ragion per cui, per mantenere fede a queste informazioni, anche a tutela degli ospiti che invece ci scelgono proprio per questa clausola ci troviamo costretti, con profondo dispiacere, a non poter derogare'. Ma come? Avete pure il coraggio di scriverlo sul vostro sito? A quel punto faccio loro presente che il mio è un cane guida e che la legge prevede ben altro. Niente da fare, rimangono fermi sulla loro posizione".
"Contatto allora 'Vorreiprendereiltreno', che immediatamente chiama l'albergo e fa loro presente che la normativa è inderogabile, non il loro 'regolamento' e che la loro risposta rappresenta un atto discriminatorio. A quel punto, miracolo. Mi richiamano immediatamente e mi dicono che se voglio posso tranquillamente procedere con la mia prenotazione. Naturalmente, rifiuto perché non voglio certo né passare la mia vacanza, né tantomeno dare guadagno a un albergo che discrimina. Mi chiedo però come sia possibile che noi, persone con disabilità, possiamo veder riconosciuti i nostri diritti solo quando una onlus decide di intervenire per difenderli", ha aggiunto.
"Naturalmente sono grata a 'Vorreiprendereiltreno', ma, in un mondo civile, tutto questo non dovrebbe succedere. P.s. Non scrivo il nome dell'albergo in questione perché il mio unico scopo è fare sensibilizzazione su questa problematica e non scatenare gogne mediatiche", ha concluso la donna.
"Ci dispiace per quanto avvenuto. La struttura in questione ha appena cambiato gestione e il direttore non era informato rispetto ad alcune specifiche normative. Quando ha contattato la nostra associazione, ha ricevuto le corrette informazioni e nel momento in cui si è reso conto di aver commesso un errore ha subito richiamato l'ospite", ha detto il presidente dell'Asat (Associazione Albergatori ed Imprese Turistiche della Provincia di Trento), Gianni Battaiola, come riporta il Corriere del Trentino.
"Il Trentino rimane una terra inclusiva, ben venga che la vicenda sia venuta alla luce in modo da stimolare ulteriormente l'attenzione verso questi temi che nel nostro territorio non vengono mai messi in secondo piano", ha concluso Battaiola.