Maternità surrogata, genitori protestano davanti a Montecitorio
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Il Tribunale ha garantino "la tutela del piccolo che rischiava di essere potenzialmente adottabile" nel caso di morte del genitore, ha spiegato il legale della coppia
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Il Tribunale per i minorenni di Trento ha riconosciuto l'adozione di un bambino di poco meno di quattro anni da parte di un genitore non biologico di una coppia omogenitoriale riconosciuta in Canada ma non in Italia. L'istanza è stata avanzata a marzo a causa di gravi problemi di salute del padre biologico del piccolo, nato mediante gestazioni per altri. In soli quattro mesi dalla presentazione dell'istanza, il collegio ha garantito il ricorso alla "stepchild adoption" da parte del padre sociale allo scopo di tutelare il minore in caso di scomparsa del padre biologico, gravemente malato.
La coppia omogenitoriale si è rivolta al tribunale a causa della malattia del padre biologico e in ragione dell'impossibilità di iscrivere all'anagrafe un figlio con genitori dello stesso sesso. Il padre biologico risulta affetto da una patologia che non solo lo obbliga a lunghi ricoveri ospedalieri, ma potrebbe portarlo alla morte. Il possibile esito della malattia, assieme alla peculiare condizione del bambino e della persona che se ne prende cura, è stato uno degli elementi presi in considerazione dal collegio incaricato di valutare il caso, presieduto dal presidente del Tribunale, Giuseppe Spadaro.
Il rischio paventato dal collegio è che il minore, in caso di decesso del padre biologico durante l'iter di adozione, che richiede solitamente tempi molti lunghi, rimanesse in stato di abbandono. Fino alla fine della procedura prevista, il padre sociale risulta infatti per la legge italiana un completo estraneo per il minore. Per una valutazione della situazione, sono stati coinvolti anche i Servizi sociali di Trento, che hanno fornito un'apposita relazione di merito. Secondo quanto espresso nella sentenza dal collegio del Tribunale di Trento, con l'adozione "non si è trattato di riconoscere il diritto del genitore sociale, bensì di richiamarlo alle proprie responsabilità per aver voluto mettere in vita" il bambino, in accordo con il diritto del minore ad avere una famiglia previsto dalla Costituzione.
Considerata la complessità del caso e le condizioni di salute del padre biologico, assieme all'effettivo rischio per la tutela degli interessi del bambino, lo stessa Procura dei minori ha dato da subito parere positivo all'istanza della coppia omogenitoriale, chiedendo tuttavia di non dare seguito alla richiesta di iscrizione all'anagrafe del secondo padre, che non è prevista dalla normativa.
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