Pene più severe e multe più salate per chi raggira gli ultrasessantacinquenni: la reclusione sale da uno a cinque anni e la multa da 300 a oltre 1.500 euro
Una nuova norma sta prendendo corpo in commissione Giustizia alla Camera per tutelare gli anziani che rimangono vittime di raggiri e truffe: si tratta di un ddl che inasprisce le pene per chi si approfitta degli ultrasessantacinquenni e della loro condizione di debolezza, smarrimento o di difficoltà. Insieme alle sanzioni e alle pene più severe per chi compie reati di questo genere, vengono introdotte due misure per contenere sul nascere il fenomeno: l’arresto in flagranza obbligatorio e la determinazione a vincolare la sospensione condizionale della pena alle restituzioni e al risarcimento del danno.
Ma cosa cambia rispetto alle leggi già in vigore? Oggi la truffa è punita con il carcere da sei mesi a tre anni e una multa compresa tra i 50 e i mille euro. Se l'iter legislativo avrà successo, la reclusione salirà da uno a cinque anni e la multa da 300 euro fino a oltre 1.500.
Non ci sono modifiche, invece, alla circonvenzione di incapace: chi froda una persona in stato d’incapacità per la presenza di patologie di decadimento o per indebolimento delle facoltà mentali continuerà a essere punito secondo secondo l’articolo 643 del codice penale: reclusione da due a sei anni e multa da 206 a 2.065 euro.