Il piccolo Mehemed fu ucciso il 22 maggio scorso a Milano dal padre, un 25enne croato. Il Pm: "È stato torturato". Scagionata la madre
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E' accusato di tortura per avere colpito con "calci e pugni" e provocato "almeno tre bruciature con una sigaretta accesa". Così si legge nella chiusura delle indagini sul caso del piccolo Mehemed, il bimbo di appena due anni ucciso dal padre, Alija Hrusic, di origini croate, che secondo il Pm gli aveva anche ustionato i piedini "con una fiamma viva". Nell'inchiesta, la moglie del 25enne è stata scagionata ed è con gli altri due figli parte offesa, anche lei maltrattata dal marito.
Un reato, quello di tortura, che finora non era mai stato contestato nell’ambito domestico di violenze in famiglia, nel nostro paese. Quella notte il croato, sotto l’effetto della droga, si sarebbe trasformato in un vero e proprio aguzzino, avventandosi sul piccolo Mehmed. La mamma aveva riferito agli inquirenti di avere provato a fermare il marito ma di non esserci riuscita, costretta ad assistere impotente alla morte del figlio.
I fatti - Il delitto è avvenuto in via Ricciarelli, zona San Siro. Per tutta la notte e per i due giorni precedenti il bimbo aveva subito le violenze del padre: calci e pugni, anche al volto e alla testa. Poi le bruciature con la sigaretta accesa e con una fiamma viva, forse quella di un accendino. Il pm ha anche contestato l'aggravante di avere agito "con crudeltà verso il bambino, per motivi futili, visto che il piccolo, lasciato senza pannolino, si era sporcato". In quella notte dell’orrore, l'uomo non riusciva a dormire e come da lui stesso riferito al giudice si era alzato e aveva massacrato di botte il bimbo, forse perché il piccolo s’era messo a piangere. La moglie di Hrusic, risulta invece parte offesa così come gli altri due figli, anche loro maltrattati dal padre.padrone. La donna, che era incinta al quarto mese la notte dell'omicidio, è stata scagionata.
Le violenze in famiglia - "Fin dall'inizio della loro relazione - si legge nell'avviso notificato al 25enne - l'uomo insultava e percuoteva sua moglie, il più delle volte alla presenza dei figli minori colpendola con schiaffi, pugni e calci, a volte utilizzando una cintura, in altre occasioni servendosi del bastone di una scopa o di grossi fili elettrici". Negli atti si legge ancora che il 25enne "da aprile la minacciava di uccidere lei e la sua intera famiglia se si fosse allontanata da casa". E ancora: Hrusic "manifestava grave insofferenza nei confronti del figlio minore, lo ingiuriava ripetutamente chiamandolo "scemo", lo picchiava senza alcun motivo, lo morsicava e gli provocava bruciature di sigarette su diverse parti del corpo". A scatenare l’uomo, in base agli accertamenti della procura, avrebbe contribuito la droga che aveva assunto, Mehmed fu trovato morto in casa a Milano il 22 maggio scorso, e subito era emerso un contesto di violenze paterne.
Il reato di tortura - Dal 2017, per la prima volta in Italia il nuovo reato di tortura viene contestato da una Procura non per un reato commesso all’interno di carceri, uffici di forze di polizia o lager di migranti - casi in cui esistono dei precedenti - ma nell’ambito domestico di violenze in famiglia. E in questo caso, l'orco è un padre accusato ora di aver torturato il figlio di appena 2 anni.