Il 49enne è stato interdetto "in perpetuo" dai pubblici uffici a causa della gravità del reato che ha commesso
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Pietro Maso, l'uomo che nel 1991 a Montecchia di Crosara (Verona) uccise i genitori a colpi di spranga nel tentativo di impadronirsi dell'eredità, ha percepito il reddito di cittadinanza. Lo sostiene un articolo del settimanale Oggi, secondo il quale la lista in cui compare Maso risale alla fine del 2019. Dopo le verifiche del caso, il sussidio potrebbe però essere stato sospeso visto che il 49enne è stato interdetto "in perpetuo" dai pubblici uffici.
Secondo la legge, gli unici condannati che non possono godere di "pensioni, assegni e stipendi a carico dello Stato" sono quelli che hanno precedenti penali per reati legati alla criminalità organizzata, al terrorismo o per truffa ai danni dello Stato. Maso, che è libero dal 2015, non rientra in nessuna di queste categorie ma, a causa della gravità del reato che ha commesso e per cui è stato condannato a 30 anni di carcere, è stato ugualmente interdetto dai pubblici uffici "in perpetuo", come conferma il suo avvocato Marco De Giorgio.
Il legale, che non ha seguito direttamente la vicenza del reddito di cittadinanza, ritiene che il sussidio, se concesso in passato, potrebbe essergli stato sospeso proprio per la gravità della sua vicenda giudiziaria. De Giorgio si limita poi a sottolineare che, perché sia perseguito penalmente, si dovrebbe dimostrare la malafede del suo assistito che, invece, potrebbe non essere stato a conoscenza delle limitazioni alla concessione del reddito di cittadinanza e che solo dopo, con controlli a campione, potrebbe aver saputo che non gli spettava.