Aveva minacciato anche la fidanzata, proprietaria del cucciolo. E nel 2014 a Rimini uccise il Jack Russel. "Una pena blanda" commenta la presidente della Lega nazionale del cane Piera Rosati
La cagnolina Gina © LNDC Animal Protection
Si è concluso il processo iniziato nel 2014 contro il cavaliere bergamasco Giovanni Oberti, dopo che sette anni fa uccise il cucciolo della ragazza durante un concorso ippico a Rimini. La condanna per lui è di sei mesi di reclusione. Quel giorno, dopo le minacce fatte alla fidanzata Claudia, proprietaria della cagnolina, un Jack Russel di nome Gina, fu protagonista di una violenta e crudele uccisione a colpi di forcone, per poi chiudere la povera bestia in un sacco e darla alle fiamme.
Quella sera, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Claudia era andata a dormire nel van dopo aver litigato con il compagno. Solo il giorno successivo si accorge che, oltre al rientro tardivo del fidanzato, non c'era più traccia del suo Jack Russel. Ad allarmarla la sua risposta: "Cercatelo da sola". Solo dopo diverse ricerche, aiutata anche dagli organizzatori del concorso, viene ritrovato il corpo martoriato e ustionato della cagnolina ancora viva, almeno fino alle cinque del mattino successivo.
“Non era quello che volevamo, una pena così blanda per una persona tanto pericolosa e che, per di più, ha a che fare con cavalli e altri animali. - Ha dichiarato la presidente nazionale LNDC Animal Protection (Lega Nazionale per la Difesa del Cane) Piera Rosati. - La crudeltà e la violenza di questo uomo si è scatenata allora verso la povera Gina - scrive l'associazione in un comunicato - ma potrebbe riesplodere all’improvviso verso altre creature indifese”.
A carico di Oberti pesava un'altra denuncia successivamente ritirata. "Avrebbe meritato una condanna decisamente più dura ed esemplare”, ha concluso la presidente della Lega nazionale del cane.