10mila euro il costo dell'operazione

Udine, in quota a 2mila metri con ciabatte da mare: salvati dal soccorso alpino, ma è polemica sui costi

Quattro escursionisti si sono avventurati sulle Dolomiti friulane ma sono rimasti bloccati a causa delle scarpe. Quasi 10mila euro il costo del salvataggio. Sui social: "Dovevate pagare voi, incoscienti"

17 Ago 2023 - 13:54
 © Instagram

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In cima a 2mila metri di quota con sandali in gomma: è successo a Forni di Sotto, in provincia di Udine, dove quattro escursionisti tra i 20 e i 30 anni, a Ferragosto, si sono avventurati sulle Dolomiti friulane ma senza il giusto abbigliamento. Il risultato? Hanno richiesto l'intervento del soccorso alpino perché rimasti bloccati lungo un sentiero sui fianchi del monte Rua. Intervento riuscito ma non senza polemiche, a partire dal costo dell'operazione.

Con i sandali su un tratto franato

 La storia è stata raccontata da Il Dolomiti. L'allarme è stato lanciato alle 18.30: immediata la reazione dei soccorritori di Forni di Sopra che, su elisoccorso, hanno salvato i quattro ragazzi e il loro cane rimasti bloccati in un tratto franato. Gli escursionisti erano partiti dal rifugio Pussa, in Val Settimana, ma arrivati a 2mila metri, non riuscivano a proseguire a causa delle calzature non adatte al tratto franato: i sandali, infatti, scivolavano sui sassi. Da qui la decisione di chiamare il soccorso alpino.

Il post del soccorso alpino

 Il fatto è stato raccontato sui social anche dallo stesso soccorso alpino. Che non ha risparmiato una nota polemica e un invito alla prudenza. "Nella giornata di ieri, e negli scorsi giorni, si sono susseguiti decine e decine di interventi del Soccorso Alpino per incidenti, in molti casi, purtroppo, mortali: 10 persone hanno perso la vita in alta montagna nell'ultima settimana. Altri interventi ci hanno visti protagonisti per recuperare escursionisti in ciabatte da mare o per recuperare gruppi che, in poche ore, si sono persi tre volte sullo stesso sentiero" si legge in un post Instagram. "Al Soccorso Alpino spetta il compito di soccorrere chi è in difficoltà, chiunque esso sia e ovunque si trovi. Non spetta a noi giudicare i comportamenti delle singole persone, fatto salvo casi eccezionali. Tutti noi siamo amanti della montagna e delle attività in quota, sempre consapevoli che il rischio 0 in montagna - come in tanti altri ambienti ove si pratica sport - non esiste. Da parte nostra, però, l'invito ad approcciarsi con estrema prudenza all'ambiente montano - in particolare quando non lo si conosce o non si ha sufficiente esperienza. Equipaggiamento adeguato, preparazione tecnica, competenza e un'approfondita pianificazione delle escursioni sono elementi imprescindibili per vivere al meglio la montagna (anche a quote basse!). A tutte e a tutti, un buon proseguimento della settimana di Ferragosto da parte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico".

Il costo dell'operazione

 Ad alimentare la polemica per quanto accaduto è il costo dell'operazione. In Friuli Venezia Giulia non si pagano i soccorsi, nemmeno quelli per comportamenti inappropriati. Ma secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, l’intervento è stato effettuato con un "elicottero Airbus Helicopters H145. Considerato che il costo di utilizzo oltrepassa i 100 euro al minuto, il solo intervento ha comportato un esborso di quasi 10mila euro di soldi pubblici". E sui social non manca chi punta il dito contro gli escursionisti: "Dovevate pagare voi, incoscienti".

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