Alma Shalabayeva: "Ora ho fiducia nella giustizia italiana, fatto un lavoro serio"
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"Così prosegue la ricerca della verità dietro il rapimento mio e della mia bambina", ha detto la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov
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"Oggi ho fiducia nel sistema giudiziario italiano e ringrazio la procura di Perugia che è stata molto autonoma e diligente nelle sue indagini". Lo ha detto Alma Shalabayeva, commentando gli sviluppi dell'inchiesta che ha portato a 8 indagati per sequestro di persona. "E' stato fatto un lavoro molto serio per la ricerca della verità dietro il rapimento mio e della mia bambina", ha aggiunto la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov.
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"Certamente - ha rilevato Shalabayeva - le investigazioni hanno chiarito che le principali responsabilità per quello che è accaduto sono dei diplomatici kazaki che si trovavano in Italia". "Voglio ancora - ha aggiunto la donna - ringraziare pubblicamente Emma Bonino per i suoi sforzi cruciali fatti per ottenere il rilascio mio e di mia figlia dal regime kazako".
Falsi lasciapassare con foto fornite da poliziotti - Intanto emerge che i lasciapassare forniti dalle autorità del Kazakistan per l'espatrio della Shalabayeva e della figlia Alua sarebbero stati realizzati apponendovi le foto tratte dal passaporto centrafricano sequestrato. Secondo la procura di Perugia, due dei funzionari di polizia indagati avrebbero consegnato copia delle foto ad un addetto dell'ambasciata kazaka.
In 4 accusati anche di abuso d'ufficio e falso - Inoltre Renato Cortese, Maurizio Improta e altri due dei poliziotti indagati per la vicenda Shalabayeva, avrebbero omesso di attestare che la donna si identificava come moglie del dissidente-ricercato kazako Ablyazov pur conoscendone le sue generalità. Per questo sono accusati, oltre che di sequestro di persona, anche di omissione di atti d'ufficio e falso.