LA DIFESA: "NON E' CERTO"

Il mostro di Foligno potrebbe tornare in libertà. La difesa: "Non è certo"

Luigi Chiatti, l'uomo che uccise due bambini, finirà presto di scontare la pena. Il suo avvocato: "Se ne dovrà valutare la pericolosità"

03 Feb 2015 - 17:32
 © ansa

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Luigi Chiatti, il mostro di Foligno condannato a 30 anni di reclusione per gli omicidi di Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci, 4 e 13 anni, terminerà entro l'estate di scontare la sua pena. L'uomo potrebbe quindi tornare in libertà. "Ciò non avviene in modo automatico", spiega uno dei suoi difensori, l'avvocato Guido Bacino. Chiatti è sottoposto alla misura di sicurezza per la valutazione della sua pericolosità "che può durare anche tutta la vita".

A tal proposito, da indiscrezioni, sembra che gli elementi raccolti finora su di lui nel carcere di Prato dove è detenuto e che dovranno essere esaminati dal magistrato di sorveglianza non siano positivi. "E' già previsto in sentenza - spiega il legale - che la pericolosità di Chiatti venga rivalutata una volta espiata la pena. Non è cambiato nulla". La decisione sarà presa sulle relazioni del personale del carcere. Se come appare probabile il mostro di Foligno dovesse essere ancora ritenuto socialmente pericoloso, sarà rinchiuso in un ospedale psichiatrico giudiziario. "E se anche questi venissero aboliti - dice l'avvocato Bacino - ci saranno apposite residenze".

I timori delle famiglie delle vittime - Preoccupato per gli scenari futuri è invece l'avvocato Giovanni Picuti, legale delle famiglie Allegretti e Paolucci. "Nessuno sa cosa accadrà di preciso - dice -, ma possiamo fin d'ora ipotizzare che la prognosi di pericolosità sociale, se confermata, è ben poca cosa quando il carcere psichiatrico avrà chiuso i battenti. Le famiglie delle vittime così come l'opinione pubblica hanno il diritto di essere messe al corrente del percorso riabilitativo compiuto dal Chiatti in carcere, perché la sua pena si è ulteriormente assottigliata".

La condanna - Chiatti fu arrestato nell'agosto del '93 venendo condannato all'ergastolo in primo grado essendo stato ritenuto pienamente capace di intendere e di volere. In appello la pena venne però ridotta a 30 anni di reclusione dopo il riconoscimento della seminfermità di mente. Sentenza confermata in maniera definitiva dalla Cassazione. Il fine pena previsto inizialmente per Chiatti era nel 2023 ma a questa data vanno sottratti tre anni indulto e i periodi di liberazione anticipata.

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