"Potevo fare di più per Meredith, ma non l'ho uccisa io", ha detto il 29enne che sta scontando nel carcere di Viterbo 16 anni di reclusione per concorso in omicidio
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Potrebbe aprirsi un nuovo capitolo per l'omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia il primo novembre 2007. Rudy Guede, unico condannato per la morte della ragazza, sta infatti considerando la possibilità di chiedere la revisione del processo. Il 29enne sta scontando nel carcere di Viterbo 16 anni di reclusione per concorso in omicidio. I legali Biscotti e Gentile hanno deciso di non difendere più l'uomo.
"Nella sentenza della Cassazione (con cui Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati definitivamente assolti dall'accusa di omicidio, ndr) si legge che i giudici riconoscono che loro erano presenti in quella casa - ha detto Guede in una lunga intervista a Franca Leosini per "Storie maledette". "Io sono arrivato al terzo grado con il concorso in omicidio e violenza sessuale, ma è scritto nero su bianco che non sono l'autore materiale del delitto".
Gli avvocati lasciano la difesa - Gli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile hanno annunciato in una dichiarazione che "rinunciano ai mandati difensivi di Rudy Guede ritenendo ormai esauriti tutti gli aspetti tecnico-processuali che lo hanno coinvolto nella vicenda dell'omicidio Kercher". I due legali avevano difeso l'ivoriano da subito dopo il suo arresto da parte della polizia.
"Meredith mi aveva invitato a casa sua" - Guede ha quindi ricostruito la sera dell'omicidio di Meredith. "La sera di Halloween, quando ho dato un bacio a Meredith, ci siamo accordati per vederci il giorno dopo. Sono andato a casa sua per questo motivo. Se sono entrato nella casa di via della Pergola è perché lei mi ha aperto e non perché mi sono arrampicato o perché mi ha aperto Amanda Knox", ha raccontato l'ivoriano.
Nel corso della serata con Meredith ci sarebbe stato un "avvicinamento" che però non si tramutò in un rapporto sessuale completo perché nessuno dei due aveva dei preservativi: "Ci siamo rivestiti e dopo un po' di tempo avevo bisogno di andare in bagno. Sono andato in quello grande, era il più vicino al salotto e lontano dalla camera di Meredith".
L'arrivo di Amanda Knox e il litigio con Meredith - E sarebbe stato allora che Guede sentì suonare al campanello: "Ho riconosciuto la voce di Amanda Knox, sono sicuro al 100% che era lei, e ho sentito che le due litigavano. Sono rimasto in bagno per 10-11 minuti - ha raccontato l'ivoriano - e lo so perché perché ascoltavo la musica: due brani interi e il terzo fino a metà. Poi ho sentito un urlo più forte del volume della cuffia che avevo nell'orecchio. Era straziante".
La scoperta del cadavere di Meredith - "Mi sono preoccupato e sono uscito velocemente dal bagno per vedere cosa fosse successo. Tutte le luci della casa erano spente, tranne quella della camera da letto di Meredith. Davanti alla sua porta ho visto una sagoma maschile di schiena. Lui si è voltato e mi è venuto addosso cercando di farsi strada per la fuga. Ho cercato di difendermi perché muoveva le mani, mi sembrava che avesse un bisturi...". L'ivoriano ha quindi detto di aver sentito quest'uomo dire "Andiamo! Andiamo!" e "in casa c'era anche Amanda Knox".
In camera Guede racconta di aver visto il corpo di Meredith : "Mi sono reso conto di quello che era successo. Sono andato in bagno e ho preso un asciugamano, poi ho visto che era ferita al collo e ho cercato di tamponare, ma non bastava. Ho preso un altro asciugamano. E' stato straziante".
La fuga di Guede - L'ivoriano ha raccontato quindi di come sarebbe prevalso lo shock: "Non ragionavo più e sono uscito da quella casa. Ora, pensando a quella paura, mi sento di non aver fatto quello che avrebbe fatto un bambino di 6 anni, cioè chiamare aiuto. Non essere stato in grado di soccorrerla oggi per me è molto doloroso. Avrei potuto fare molto di più. Sono stato un vigliacco". "La paura ha avuto il sopravvento. Mi sono detto: chi ti crederebbe?".
Guede a quel punto fugge in Germania, dove viene rintracciato alcuni giorni dopo.
Guede: "Potevo fare di più per Meredith" - "Ho chiesto scusa alla famiglia di Meredith perché non ho fatto il massimo per aiutarla: non sono riuscito a salvarla. Se mi devo fare 5 o 20 anni per questo non ho nessun problema, ma non posso fare neanche un giorno di galera perché accusato di averla violentata o uccisa".
La nuova vita di Rudy Guede - L'ivoriano ha quindi parlato della sua vita in carcere: "Sto impiegando questi anni nel miglior modo possibile, cioè studiando, partecipando ai corsi, dando una mano a chi è in difficoltà, a chi non riceve mai visite. Mi sto laureando in Scienze storiche per la cooperazione internazionale e del territorio".
"Il mio futuro è nel mio Paese, che è l'Italia. Sono venuto via dalla Costa d'Avorio che avevo 5 anni e io voglio un futuro qui. L'Umbria è casa mia", ha quindi concluso Guede.