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La scelta di Assisi, dove nacque san Francesco, non casuale. Si tratta della prima enciclica firmata da un Papa fuori da Roma e dal Vaticano dai tempi di Pio IX
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Il Papa ha firmato ad Assisi, davanti alla tomba di San Francesco, la sua terza enciclica intitolata "Fratelli tutti", sulla fraternità e l'amicizia sociale. Il Santo Padre lo ha fatto dopo aver terminato la celebrazione della messa nella cripta della Basilica inferiore di San Francesco. L'enciclica segue la "Lumen fidei" del 29 giugno 2013, iniziata da Benedetto XVI e completata da Francesco, e la "Laudato si'" del 24 maggio 2015, sull'ecologia.
La nuova enciclica sociale completa un cammino iniziato con la firma, il 4 febbraio dello scorso anno ad Abu Dhabi, del Documento sulla Fratellanza umana insieme al Grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, poi arricchitosi di ulteriori significati con l'esplodere della pandemia da Coronavirus.
"Nessuno si salva da solo", sostiene il Pontefice, nella prospettiva di "guarire un mondo malato" e di costruire una società non più fondata sull'egoismo e lo sfruttamento, anche della casa comune, bensì sulla fraternità e la condivisione. L'attesissimo testo verrà diffuso nei prossimi giorni. Tra le particolarità c'è che si tratta della prima enciclica firmata da un Papa fuori da Roma e dal Vaticano dai tempi di Pio IX, che all'epoca, però, era in fuga forzata, prima a Gaeta e poi a Napoli. A manifestare plasticamente, da parte di Bergoglio, l'ispirazione e la sintonia con i valori spirituali, umani e sociali incarnati otto secoli fa dal poverello di Assisi.
Prima di arrivare in auto nella città, il Papa è andato in visita a Spello al monastero di clausura della Clarisse di Vallegloria, dove si è fermato anche a pranzo. Francesco era già stato a sorpresa nella comunità di una ventina di religiose l'11 gennaio dello scorso anno. E prima ancora, il 25 agosto del 2016 le aveva accolte in Vaticano alla messa mattutina a Casa Santa Marta, pregando insieme a loro per le vittime del terremoto che aveva colpito l'Italia centrale: proprio le Clarisse di Vallegloria erano state duramente colpite dal sisma di Umbria e Marche nel 1997, costrette poi a vivere per 14 anni in un container.
Al suo arrivo ad Assisi, dove è passato prima alla Basilica di Santa Maria degli Angeli e poi ha brevemente visitato la Basilica di Santa Chiara, il Papa entrando nella Basilica inferiore è stato accolto dal cardinale Agostino Vallini, delegato pontificio per le Basiliche francescane, dal vescovo Domenico Sorrentino, e dal custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, che con lui ha concelebrato la messa nella cripta. Una celebrazione estremamente sobria, senza neanche l'omelia, al termine della quale il Papa ha firmato la "Fratelli tutti", titolo alla vigilia contestato dai cultori delle questioni di genere poiché escluderebbe le donne, ma tratto da una delle "Ammonizioni" di San Francesco d'Assisi.