L'inchiesta riguarda i rapporti tra il pm e Centofanti, lobbista vicino al Pd e in affari con Piero Amara, travolto da un'inchiesta nella Capitale, e la partita per le nomine a procuratore capo dopo il pensionamento di Pignatone
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Il magistrato Luca Palamara, già consigliere del Csm ed ex presidente dell'Anm, è indagato per corruzione dalla Procura di Perugia. Per i pm i rapporti tra il magistrato in servizio a Roma e Fabrizio Centofanti, ex capo delle relazioni istituzionali dell'imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone, arrestato nel 2018 per frode fiscale, sarebbero andati "al di là dell'opportuno". "E' reato infamante, voglio essere interrogato", ha commentato Palamara.
In una nota, l'ex consigliere del Csm ha scritto: "Apprendo dagli organi di stampa di essere indagato per un reato grave e infamante per la mia persona e per i ruoli da me ricoperti. Sto facendo chiedere alla Procura di Perugia di essere immediatamente interrogato perché voglio mettermi a disposizione per chiarire, nella sede competente a istruire i procedimenti, ogni questione che direttamente o indirettamente possa riguardare la mia persona". "Mai, e sottolineo mai, baratterei il mio lavoro e la mia professione per alcunché e sono troppo rispettoso delle prerogative del Csm per permettermi di interferire sulle sue scelte e in particolare sulla scelta del procuratore di Roma e dei suoi aggiunti", ha dichiarato ancora Palamara.
I pm indagano su una serie di circostanze che documentano una "disinvolta amicizia" tra Palamara e Centofanti, vicino agli ambienti del Pd e in affari con Piero Amara, avvocato travolto dall'inchiesta della Procura di Roma per il suo ruolo nelle sentenze "aggiustate" della magistratura amministrativa.
L'inchiesta si inserisce nelle vicende sul rinnovo della carica di procuratore capo di Roma sul tavolo del Csm dopo l'addio di Giuseppe Pignatone. Una scelta che avrà ricadute a cascata su molte delle principali procure italiane e dove proprio Palamara è candidato al ruolo di aggiunto. Sul magistrato il Csm ha aperto un fascicolo, chiarendo che comunque in presenza di un procedimento penale "si sospende in attesa dell'esito dell'indagine".
Intanto il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio avvierà accertamenti disciplinari sull'ex consigliere del Csm. "Una pre-istruttoria ci sarà - ha detto Fuzio rispondendo a una domanda a margine di una tavola rotonda - come accade per tutte le notizie di reato che riguardano i magistrati e che vengono comunicate alla Procura generale e al Csm".
Pm Fava presenta un esposto contro Pignatone e Ielo - Nella bufera sono finiti anche il procuratore dimissionario, per limiti di età, Giuseppe Pignatone e il suo aggiunto Paolo Ielo, tuttora a capo del pool reati amministrativi della Capitale. Il magistrato di Roma Stefano Rocco Fava ha infatti presentato un esposto al Csm contro i due pm per una mancata astensione su un procedimento riguardante Piero Amara per un presunto conflitto di attività tra gli inquirenti e i loro fratelli, avvocati che hanno lavorato con Amara ed Eni.
Amara, tra le altre cose legale Eni, ha patteggiato a tre anni la condanna per corruzione in atti giudiziari nell'inchiesta sulle sentenze aggiustate in cambio di tangenti e regali, per favorire aziende rappresentate da lui. Per Fava però non era finita lì, il sostituto procuratore avrebbe voluto continuare le indagini riguardati il legale e l'Eni. Ma Pignatone, confortato da Ielo e da altri aggiunti, ha stoppato il sostituto procuratore prima negando il suo assenso alle richieste e poi togliendogli il fascicolo.