Dalle carte processuali emergono incontri segreti per far nominare un procuratore gradito al posto di Pignatone. Il presidente dell'Anm Pasquale Grasso: "I magistrati coinvolti si dimettano"
© ansa
Un terremoto senza fine. E' quello che sembra aver investito la magistratura e in particolare il suo organo di autogoverno, sull'onda dell'inchiesta di Perugia a carico dell'ex presidente dell'Anm Luca Palamara accusato di corruzione. Le carte sembrano gettare un'ombra sulle nomine del Csm e in particolare su quella del procuratore di Roma, di cui Palamara parlava in un incontro con i deputati del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti e con 5 consiglieri togati.
Al tavolo per spartirsi i voti anche Lotito - A rivelare i retroscena dei tentativi di Palamara per far nominare un procuratore gradito al posto di Pignatone sono gli atti processuali trasmessi dai magistrati di Perugia al Csm e al ministero della Giustizia. Le riunioni per spartirsi i voti per scegliere il nuovo procuratore di Roma si sarebbero svolte a tarda sera in un albergo romano. Oltre a Palamara, Ferri e Lotti, c'erano i consiglieri del Csm Luigi Spina, Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Gianluca Morlini e Paolo Criscuoli. Ma non solo, a queste rimpatriate notturne avrebbe preso parte anche il presidente della Lazio Claudio Lotito, che avrebbe omaggiato l'amico romanista Palamara di biglietti da distribuire agli amici.
Supercimice nel cellulare di Palamara - Dalle carte processuali emerge poi che nel cellulare del magistrato Palamara sarebbe stato inserito dalla Gico della Finanza un "trojan" per caripire le conversazioni. La supercimice ha registrato per oltre due ore la conta dei voti che verranno espressi in commissione per sistemare nei posti chiave magistrati "di fiducia". Uno tsunami che sembra segnare l'ora più buia per il Csm e di cui nessuno nasconde i rischi. A partire dal vice presidente David Ermini che in un plenum straordinario, parla di "ferita profonda" e "dolorosa" e avverte: "Siamo di fronte a un passaggio delicato: o sapremo riscattare con i fatti il discredito che si è abbattuto su di noi o saremo perduti".
Il presidente dell'Anm: "Magistrati coinvolti si dimettano" - "Chi avesse davvero partecipato a un tale sviamento della funzione - uso volontariamente una locuzione poco impegnativa - non potrebbe essere un mio rappresentante nell'organo di autogoverno dei magistrati. Dovrebbe seriamente pensare alle dimissioni. L'autosospensione non basta". Lo ha detto il presidente dell'Anm, Pasquale Grasso, parlando dei consiglieri del Csm coinvolti nella bufera scatenata dall'inchiesta di Perugia.
Anm: "Tutti ai probiviri, anche Ferri" - Saranno deferiti ai probiviri i magistrati investiti dalla bufera scaturita dall'indagine della procura di Perugia, a partire da Luca Palamara e compresi i consiglieri del Csm e il deputato del Pd Cosimo Ferri, che non ha mai lasciato la toga. Lo ha deciso il Comitato direttivo centrale dell'Anm.
Togati Csm sospesi: infondata la richiesta di dimissioni - I consiglieri del Csm che si sono autosospesi definiscono però "priva di fondamento" la richiesta di dimissioni avanzata dall'Anm.
L'inchiesta della Procura di Perugia prosegue - Intanto va avanti l'inchiesta della Procura di Perugia. Luigi Spina, l'unico dei consiglieri del Csm indagato, davanti ai pm umbri si è avvalso della facoltà di non rispondere. Palamara, invece, depositerà nei prossimi giorni una memoria difensiva per attestare che non c'è "nulla di penalmente rilevante" nelle accuse che gli vengono rivolte.