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Università, la Sapienza di Roma ancora prima al mondo negli studi classici

L'ateneo della Capitale si piazza tra i primi 50 al mondo in 4 materie. Nella classifica Qs sono presenti 56 atenei italiani ma con una lieve flessione delle performance rispetto agli anni scorsi

12 Mar 2025 - 12:18
 © Ansa

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L'Università La Sapienza è la prima al mondo negli studi classici. L'edizione 2025 del report QS World University Rankings by Subject conferma per il quinto anno consecutivo il primato assoluto dell'università nella materia Classics and Ancient History con il punteggio di 99.1 e quello nazionale in ben due aree tematiche su 5: "Arts & Humanities" e "Natural Sciences", rispettivamente al 40esimo e 61esimo posto mondiale. A livello globale, l'Italia si colloca al settimo posto per numero di voci in classifica e per numero di università classificate. Tra i Paesi dell'Ue, l'Italia occupa il secondo posto, dietro solo alla Germania.

Le migliori università italiane

 Il report Ranking, pubblicato oggi, analizza 55 materie raggruppate in 5 ampie aree tematiche. La Sapienza si è classificata in 46 discipline, registrando un miglioramento a livello di macroaree, con 3 di esse posizionate nella top 100 (Arts & Humanities, Natural Sciences, Engineering & Technology).

Tra le migliori università italiane al mondo, oltre alla Sapienza per studi classici e storia antica, si segnalano il Politecnico di Milano in arte e design e in architettura- ambiente costruito; la Bocconi per il Marketing e gli studi di economia e gestione; la Scuola Normale Superiore di Pisa per gli studi classici e la storia antica, l'Università Iuav di Venezia in Storia dell'Arte. A parte l'Università Federico II di Napoli che eccelle in odontoiatria, ai primi posti tra le migliori università italiane di questa classifica non ce ne sono del sud Italia. 

Il posizionamento dell'Italia

 Tra i Paesi Ue, se si considerano i piazzamenti all'interno della top 100, l'Italia occupa la terza posizione dopo Germania e Paesi Bassi mentre è seconda solo alla Germania tra i Paesi dell'UE per il numero di inserimenti nella top 200.  Per quanto riguarda le performance, tuttavia, ci sono degli aspetti negativi: il 40% dei posti italiani in classifica è rimasto stabile (contro il 45% lo scorso anno) il 12% ha registrato un miglioramento (contro il 19%) mentre il 37% ha subito un calo (contro il 24%) con una flessione complessiva del 25% rispetto all'anno scorso (contro il -5%dell'anno passato). Inoltre, le università italiane si sono aggiudicate 98 posizioni, una in meno rispetto alla scorsa edizione, nelle cinque grandi aree di studio: arti e scienze umane, ingegneria e tecnologia, scienze della vita, scienze naturali e scienze sociali. Di queste, il 50% ha registrato un miglioramento, il 31% un peggioramento, il 15% sono invariate e quattro sono nuovi ingressi. La performance italiana in queste cinque classifiche è migliorata del 19%.

Il risultato della Sapienza

 "La conferma del primato mondiale della Sapienza negli studi classici - commenta la rettrice Antonella Polimeni - è un riconoscimento che consolida a livello globale la concezione dell'Italia come patria della cultura classica. Negli ultimi cinque anni sempre più studenti internazionali provenienti da nazioni e continenti distanti si sono iscritti alla Sapienza per studiare la lingua latina e la civiltà antica. Certamente - prosegue la rettrice - la centralità del nostro ateneo nel sistema universitario italiano e la sua presenza nella Capitale hanno contribuito a rafforzare la reputazione dell'Università in questo campo, innescando un circolo virtuoso nel solco della vocazione internazionale di Roma, quest'anno protagonista del Giubileo. La classifica - conclude la rettrice - evidenzia l'ottimo posizionamento dell'Università anche in altre materie nelle quali l'Ateneo vanta una tradizione prestigiosa come la Fisica e l'Astronomia e in discipline più recenti a conferma della natura generalista della Sapienza, caratterizzata dalla varietà e dalla multidisciplinarietà dell'offerta formativa e dall'eccellenza delle ricercatrici e dei ricercatori della nostra comunità".

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