Preoccupa soprattutto il milione di italiani nella fascia tra i 60 e i 69 anni, categoria a rischio, per la quale il vaccino è fortemente consigliato.
© Ansa
"Io sono assolutamente favorevole all'obbligo vaccinale. Già lo dissi a gennaio. Pe questo virus che è un problema di sanità pubblica ci vuole l'obbligo così come lo abbiamo avuto per il vaiolo e per la polio". Lo dice Sergio Abrignani, componente del Cts. "In Italia l'11% dice che non si vuol far vaccinare, il 7% risponde probabilmente no. Di fatto siamo al 18% e la maggior parte è sotto i 60 anni, non è più un problema individuale".
"Se non mi vaccino io causo un danno alla comunità", prosegue Abrignani sul Messaggero. "Se in 10 milioni non si vaccinano in Italia rischiano di selezionare nuove varianti che possano diventare insidiose. Tra l'altro quei 10 milioni mettono a rischio anche i 500mila che non possono vaccinarsi per le loro condizioni di salute".
Preoccupa soprattutto il milione di italiani nella fascia tra i 60 e i 69 anni, categoria a rischio, per la quale il vaccino è fortemente consigliato. C'è infatti una platea di connazionali non vaccinati, che non risultano nemmeno prenotati sulle varie piattaforme regionali. Diffidenza, attesa per un'ipotetica immunità di gregge, la speranza di vedersi somministrare un vaccino ritenuto più affidabile o l'appartenenza alla categoria dei fragili che li fa rientrare in un' altra banca dati. Un numero che varia di ora in ora.