Aperto a Milano il primo drive through per i vaccini: a pieno regime raggiungerà le 2mila somministrazioni al giorno
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I casi sospetti dopo l'iniezione: dal dentista romano al professore-musicista di Biella
Ipotizza l'omicidio colposo, al momento contro ignoti, l'indagine della procura di Biella sulla morte di Sandro Tognatti, avvenuta a diciassette ore di distanza dalla somministrazione del vaccino AstraZeneca. Quello del professore-musicista morto nel fine settimana è solo uno dei casi sospetti che, in attesa di stabilire l'eventuale nesso tra il vaccino e i decessi, ha portato al blocco cautelativo delle dosi di AstraZeneca in Italia e in mezza Europa.
L'autopsia sul corpo di Tognatti, 57 anni, non avrebbe evidenziato però nessun segno che permetta di collegare la morte alla vaccinazione. La causa del decesso, secondo gli esami, sarebbe un problema cardiaco improvviso.
L'ultima denuncia, in ordine di tempo, è quella dei parenti della 54enne Sonia Battaglia. La donna lotta tra la vita e la morte all'ospedale del Mare di Napoli, ricoverata in terapia intensiva dopo una dose del lotto ABV5811, lo stesso del docente biellese. Come il musicista, non aveva patologie pregresse: "E' sempre stata sana come un pesce - raccontano i famigliari - e anche dopo il vaccino sembrava stesse bene. Due giorni dopo ha avuto la febbre, dormiva in continuazione, non riusciva a parlare" fino a diventare "totalmente immobile".
Anche Stefania Maccioni, docente di lettere alla scuola media di Cerveteri, aveva ricevuto un vaccino del lotto ABV5811. L'iniezione il 25 febbraio a Santa Marinella, poi sono iniziati i problemi. "Ha iniziato a sentirsi male e ad avere forti emicranie, fino a essere ricoverata in coma il 7 marzo al Gemelli dove è morta il 9 marzo", ha spiegato il fratello Luca al Messaggero. Domenica la famiglia ha sporto denuncia.
Il lotto ABV5811 è stato il secondo a finire sotto sequestro dopo l'ABV2856, bloccato nei giorni scorsi in seguito alla morte del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò in Sicilia. Sulla vicenda indaga la procura di Siracusa. Aperta un'inchiesta anche sui decessi di Davide Villa, il poliziotto dell'Anticrimine di Catania morto il 7 marzo, 12 giorni dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, e del maresciallo Giuseppe Maniscalco, 54 anni, morto per infarto a Trapani oltre 48 ore dopo la somministrazione del vaccino. L'autopsia avrebbe escluso qualsiasi nesso tra il decesso e il vaccino, ma il procuratore Maurizio Agnello ha comunque disposto ulteriori accertamenti istologici.
L'11 marzo a Rocca di Papa, sui Castelli Romani, muore un odontoiatra romano 46enne. Per i medici si tratta di morte naturale causata da un infarto, ma la famiglia ipotizza un legame con il vaccino fatto quasi un mese prima, il 19 febbraio, e denuncia. Era giovane e in buona salute, non aveva patologie pregresse, ripetono i parenti increduli. Esclude legami con la vaccinazione anti-Covid, invece, la Procura di Agrigento in merito al decesso di un operatore sanitario di Licata in servizio in una casa di riposo di Palma di Montechiaro. All'uomo, per altro, era stata inoculata una dose Pzifer.
Intanto i legali dei famigliari di Anna Maria Mantile, la professoressa deceduta a Napoli a distanza di alcuni giorni dalla somministrazione di una dose del vaccino anglo-svedese, hanno chiesto alla Procura di Napoli l'acquisizione della documentazione sui dati inerenti le controindicazioni emerse nel corso della fase sperimentale.
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