A cinque anni dallo scoppio della pandemia

Crollo vaccinazioni obbligatorie, cala la copertura nel Sud e cresce il gap con il Nord

Secondo i dati del Ministero della Salute sempre meno bimbi vaccinati in Puglia, Calabria e Sicilia, mentre la Campania è l'unica regione meridionale a superare la soglia di sicurezza del 95%

10 Mar 2025 - 13:07
 © ansa

© ansa

Il Mezzogiorno si conferma sempre più territorio fertile per i movimenti No Vax, con un preoccupante calo delle coperture vaccinali infantili che allarga ulteriormente il divario sanitario tra Nord e Sud Italia. Secondo i dati del Ministero della Salute relativi al 2023, le regioni meridionali stanno progressivamente abbandonando l'obiettivo dell'immunità di gregge, fissato al 95% di copertura vaccinale.

A livello nazionale, la copertura per l'esavalente (il vaccino che protegge da polio, difterite, tetano, pertosse, epatite B ed emofilo dell'influenza) è scesa al 94,7%, con una riduzione dello 0,39% rispetto all'anno precedente. In leggero aumento invece la copertura per il quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia, varicella), che raggiunge il 94,6%, con un incremento dello 0,24%.

Il caso più eclatante è quello della Puglia, dove si registra un crollo del 2,8% per l'esavalente e dell'1,4% per il quadrivalente rispetto al 2022. Seguono la Calabria (-2,7% e -0,5%) e le Marche (-2,2% e -1,5%). La Sicilia si posiziona penultima nella classifica nazionale, con appena l'89,4% di copertura per l'esavalente e il 90,7% per il quadrivalente. Solo la provincia autonoma di Bolzano fa ancora meno vaccinazioni, pur mostrando un sorprendente trend di crescita (+6,3% e +5,2%).

L'unica eccezione positiva nel Mezzogiorno è rappresentata dalla Campania, che riesce a superare la soglia del 95% per i vaccini obbligatori dal 2017. Ottimi risultati anche per il Friuli Venezia Giulia, che registra un incremento del 4,4% per l'esavalente e del 3,2% per il quadrivalente, raggiungendo e superando la soglia di sicurezza in tutte le vaccinazioni obbligatorie.

Le conseguenze di questa riduzione della copertura vaccinale sono già visibili: i casi di morbillo sono passati da 44 nel 2023 a ben 1.045 nel 2024, un'impennata dovuta sia alla fine delle restrizioni anti-Covid, sia al calo delle vaccinazioni in alcune regioni.

Le cause del fenomeno

  Secondo Pierluigi Lopalco, professore di Igiene e sanità pubblica all'Università del Salento ed ex assessore alla Salute in Puglia, i dati del 2023 risentono ancora degli strascichi della pandemia. "Ci aspettavamo una riduzione nei bambini nati nel 2021, confluiti nel report 2023", spiega l'esperto. "Il motivo è duplice: da un lato i genitori erano più restii a portare i bambini negli ambulatori vaccinali per paura del contagio, dall'altro i servizi erano sotto stress per le vaccinazioni anti-Covid".

La pandemia ha quindi accentuato il divario tra Nord e Sud anche sul fronte della prevenzione. Le regioni con sistemi sanitari già fragili hanno concentrato le risorse sulle vaccinazioni Covid, trascurando quelle pediatriche, mentre le regioni con sistemi più solidi sono riuscite a potenziare i servizi e migliorare anche la copertura vaccinale infantile.

Gli esperti temono che questa disparità possa ulteriormente aggravarsi con l'entrata in vigore dell'autonomia differenziata, rischiando di creare un'Italia a due velocità anche nella protezione dei più piccoli dalle malattie infettive.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri