Lo studio di Legambiente ha analizzato 38 lidi in 15 Regioni per un totale di 232.800 metri quadrati di area campionata, in cui sono stati contati 36.543 rifiuti
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Una valanga di rifiuti si deposita continuamente sulle spiagge italiane: secondo l'indagine Beach litter 2023 di Legambiente si conta una media di 961 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia. Lo studio ha monitorato 38 lidi in 15 Regioni per un totale di 232.800 metri quadrati di area campionata, in cui sono stati contati 36.543 rifiuti. Secondo Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, "la spiaggia rimane ancora il principale cestino, indifferenziato, delle nostre attività".
Legambiente spiega che è "come immaginare due corsie di una piscina olimpionica completamente piene di rifiuti", di cui il 72,5% è composto da polimeri artificiali e plastica, che si confermano sempre il materiale più trovato. Ma quest'anno a peggiorare il quadro sono i rifiuti di vetro e ceramica (9,2% del totale), composti perlopiù da materiale da costruzione (tegole, mattoni, piastrelle ecc.) smaltito irregolarmente in spiaggia. Seguono il metallo (6,8% dei rifiuti raccolti) e la carta e cartone (il 3,9% del totale). Il restante materiale raccolto è costituito da tessuti, legno trattato, gomma, bioplastica, rifiuti da cibo e sostanze chimiche.
"I dati dell'indagine Beach Litter parlano chiaro: la spiaggia rimane ancora il principale cestino, indifferenziato, delle nostre attività", ha osservato Giorgio Zampetti. Dal 12 al 14 maggio 2023 torna in tutta Italia il fine settimana di Spiagge e Fondali Puliti, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e alla pulizia dei rifiuti abbandonati lungo le coste della nostra Penisola e che vedrà in azione centinaia di volontari e cittadini di ogni età.
Circa la metà del totale dei rifiuti monitorati (il 52% del totale) è rappresentata da sole dieci tipologie di oggetto (sulle 180 categorie totali) rispetto alle quali emergono due elementi. Da un lato l'ingresso in top 10, direttamente al quarto posto, del materiale da costruzione con il 5,8%; dall'altro, il calo della categoria stoviglie usa e getta, quest'anno al nono posto della classifica con il 3% del totale. Tornando alla classifica, al primo posto si confermano i frammenti di plastica (tra 2,5 e 50 centimetri) con il 10,9% sul totale. Seguono tappi e coperchi con l'8,6% sul totale e mozziconi di sigarette con il 6%. Al quinto posto, ci sono i cotton fioc in plastica (4% del totale). Con il 3,9% del totale troviamo i frammenti di polistirolo (tra 2,5 cm e 50 cm) e le bottiglie e contenitori per bevande rispettivamente al sesto e settimo posto della classifica. Chiudono la classifica, all'ottavo e decimo posto, con il 3,1% e 3% rispettivamente altri oggetti di plastica e le bottiglie di vetro (e pezzi di bottiglie di vetro) queste ultime, al pari del materiale di costruzione, new entry negativa della top 10 dei rifiuti spiaggiati.
Rispetto ai rifiuti di plastica raccolti, il 46% del totale è costituito dagli oggetti considerati nella Sup (Single Use Plastics), la direttiva europea che si pone come obiettivo quello di ridurre l'uso delle plastiche monouso, non biodegradabili e non compostabili, e che da gennaio 2022 è applicata in Italia. Le bottiglie in plastica, inclusi i tappi e anelli (il 15% del totale e il 39% rispetto ai soli oggetti della Sup) si confermano come la tipologia di rifiuti relativa alla categoria Sup più trovata in assoluto sulle spiagge campionate dai volontari di Legambiente - ben 5.487 volte.
Seguono i mozziconi di sigaretta e le reti e attrezzi da pesca e acquacoltura in plastica entrambe il 15% della categoria Sup. Nell'ambito dei contenitori in plastica per alimenti, i bicchieri di plastica rappresentano lo 0,7% del totale raccolto e il 3% degli oggetti Sup, le posate e piatti di plastica sono invece l'1%. Completano la classifica le cannucce e agitatori per cocktail (1% dei rifiuti totali, 3% della Sup), le buste di plastica (2% del totale, 3% della Sup) queste ultime ancora presenti sulle spiagge italiane nonostante il bando esistente dal 2013 nel nostro Paese che ha comunque permesso una riduzione nell'uso di sacchetti del 55% e infine, gli assorbenti igienici e palloncini di gomma.