Alle origini del disagio giovanile "c'è anche una spinta verso l'emulazione di quello che vedono sui social media"
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Ad Aosta contro bullismo e vandalismo arriva il "Daspo" per gli smartphone: è la proposta del questore Ivo Morelli, che sta studiando nuove misure da adottare per contrastare i fenomeni legati al disagio giovanile in Valle d'Aosta. Secondo il questore, infatti, alle origini del disagio giovanile c'è anche "una spinta verso l'emulazione di quello che vedono sui social media. Noi monitoriamo cosa pubblicano, poi possiamo anche porre in essere delle misure di prevenzione che impediscano al ragazzo l'utilizzo del telefono per un mese oppure per tre mesi".
A far scoppiare il caso sono stati alcuni fatti avvenuti a Verres, paese di 2.500 abitanti, dove si concentrano in un polo scolastico quasi 1.000 studenti di scuola media e superiore, provenienti da diversi paesi della zona. Una situazione che può favorire l'emergere anche di episodi come la rissa tra ragazzine per ragioni "amorose" filmata nelle scorse settimane e finita alla ribalta nazionale. Ma non solo.
"Ci sono dei ragazzi - ha spiegato il questore - che ancora non hanno capito quali sono le conseguenze di un'eccessiva modalità di divertimento, forse stimolata dal fatto di abusare probabilmente anche di alcolici". Il tema è stato affrontato in una riunione del Comitato per 'ordine e la sicurezza pubblica della Valle d'Aosta, nella quale è stato deciso di intensificare la presenza delle forze dell'ordine sul territorio. Soprattutto per i minorenni, il richiamo è in particolare a una maggiore attenzione da parte dei genitori. Ma se i ragazzi dovessero spingersi più in là, il questore interverrà.
Tra le misure di prevenzione contestuali all'avviso orale è possibile "il divieto di possedere o utilizzare, in tutto o in parte, qualsiasi apparato di comunicazione radiotrasmittente": smartphone compresi, nella prospettiva della questura di Aosta.
Il consigliere regionale della Lega Vda, Andrea Manfrin, solo pochi giorni fa - citando uno studio di Transcrime pubblicato sul sito del ministero dell'interno - aveva parlato di "una significativa presenza di baby gang" nella regione alpina. "Si tratta di ragazzi che compiono azioni violente, lesioni, aggressioni e atti di bullismo verso i coetanei, ma anche atti di vandalismo e di disturbo della quiete pubblica" aveva aggiunto. Il presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha gettato acqua sul fuoco: "Non c'è alcuna chiara evidenza del fenomeno". E per il questore Morelli "nella realtà valdostana parlare di baby gang non è corretto, perché è necessario chiamare i fenomeni con i giusti termini".