L'INTERVISTA

Roberto Vannacci a "Diario del Giorno": "Nessun passo indietro, rivendico quanto ho scritto | Lecito provare odio"

Il generale rimosso per le sue frasi contro gay, femministe e migranti è intervenuto nella trasmissione di Rete4: "La libertà di parola è garantita dalla Costituzione. Io sollevato dall'incarico? Replicherò nelle sedi opportune"

18 Ago 2023 - 17:21

"Non mi sento di fare passi indietro, rivendico quanto ho scritto. Non uso mai parole volgari o triviali: esprimo liberamente i miei pensieri". Lo ha detto il generale Roberto Vannacci alla trasmissione Diario del Giorno su Rete4, pochi minuti dopo essere stato sollevato dall'incarico per le sue frasi contro gay, femministe e migranti contenute in un libro autoprodotto. "La libertà di parola è garantita dalla Costituzione, penso sia lecito provare disprezzo per qualcosa o per qualcuno. Ciò non vuol dire che io stia istigando alla violenza", ha aggiunto.

"Non mi aspettavo questo polverone" - "Quando ho scritto il libro mi aspettavo che avrebbe dato da discutere. L'ho scritto con tono provocatorio anche rendendomi conto di quelle che avrebbero potute essere le reazioni. Ma sicuramente non mi aspettavo un polverone del genere", ha detto Vannacci a Diario del Giorno. "Riguardo le decisioni che sono state prese, non replicherò in quanto decisioni gerarchiche, per le quali risponderò nelle sedi secondo i tempi opportuni che mi verranno indicati dalla mia catena di comando", ha aggiunto riguardo il sollevamento dall'incarico di capo dell'Istituto geografico militare.

"Lecito provare disprezzo per qualcuno" - "La libertà di opinione e le idee si devono confrontare sul piano delle argomentazioni e non della gogna mediatica", ha affermato Vannacci. "Chi indossa una divisa ricopre un ruolo istituzionale però la libertà di parola è garantita dalla Costituzione. Io combatto il pensiero unico che vieta la critica a una determinata categoria di persone - ha spiegato a Diario del Giorno -. L'odio è un sentimento come l'amore, e quindi io penso che sia lecito provare disprezzo per qualcosa o per qualcuno. Questo non vuol dire istigare alla violenza: sono libero di provare odio per gli stupratori o per chi fa del male ai bambini. Questo non vuol dire che stia istigando al linciaggio di queste persone".

"Ecco cos'è per me la normalità" - "L'obiettivo era quello di scrivere un libro per manifestare opinioni che sono personali, senza attuare una vera e propria denuncia com'è stato detto, ma proponendo temi sui quali riflettere. I temi sono quelli del buon senso, al quale dedico il primo capitolo, e di quella che definisco la normalità, cioè quello che pensa la maggior parte della popolazione - ha detto Vannacci -. La normalità non ha accezione positiva o negativa in sé. Uno dei più grandi dizionari conosciuto da tutti definisce normalità la condizione consuetudinaria di quello che pensa la maggioranza".

Ma cosa intendeva con "Gli omosessuali non sono normali"? "Intendevo dire che rappresentano una porzione minoritaria della società e quindi come tali escono dai canoni della normalità. Proprio a questo riguardo, sono il primo a dire che ho sempre rifuggito la normalità nella mia carriera, in quello che ho fatto e mi sono sentito. Non per questo mi devo sentire migliore o peggiore di qualcun altro. Nel mondo degli anormali o di quelli che non seguono i canoni della normalità, sono in buona compagnia con tutti gli omosessuali che ci sono su questo pianeta. Non la considero un'offesa, ma una considerazione da un punto di vista statistico".

"Le reazioni danno ragione al tono del mio libro" - "In questo libro non parlo di servizio, non tratto di argomenti riservati e non faccio propaganda politica, che sono esattamente le cose proscritte ai militari che si esprimono pubblicamente e che in questi casi devono richiedere un'autorizzazione alla catena gerarchica. Tratto di questioni di pubblico dominio che coinvolgono la nostra società. Sono pareri che rientrano nella libera manifestazione dei pensieri, che possono non essere condivisi. Io combatto il pensiero unico, il fatto di doversi inquadrare tutti in una corrente di pensiero che vieta la critica a determinate categorie di persone. Posso criticare gli operai, i professori, i carabinieri, posso criticare tutti ma se critico gli omosessuali questa è la reazione. Probabilmente questa reazione dà ragione al tono del mio libro".

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