PENA SUPERIORE A QUELLA CHIESTA DAL PM

Busto Arsizio (Varese), mamma a 11 anni: condannato il vicino di casa che la violentò

E' stato il test del Dna a confermare la paternità dell'uomo, un 27enne che è in carcere dal 22 agosto

02 Ott 2023 - 18:17
 © Ansa

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A Busto Arsizio (Varese) violentò nel cortile di casa una bambina di 11 anni, che rimase incinta e poi partorì. L'uomo, un 27enne che è in carcere dal 22 agosto, è stato condannato a 10 anni con rito abbreviato. La pena è superiore a quella richiesta inizialmente dal pubblico ministero. E' stato il test del Dna a confermare che il padre è il 27enne vicino di casa.

La violenza risale al dicembre 2021, quando i genitori della bimba decisero di portarla da un medico per trovare una spiegazione ai dolori lancinanti all'addome che lamentava. Solo in quel momento è stata scoperta la verità, poi confermata dal racconto dell'11enne.

Il bimbo, che ora ha quattordici mesi, vive con una famiglia di genitori affidatari. Il Tribunale dei minori, che si sta occupando di lui, per ora rifiuta di farlo anche solo vedere alla madre biologica, tanto meno al padre. Da qualche mese la ragazza ha invece ripreso i contatti con i suoi genitori, anche se regolati dai servizi sociali. Neppure loro sono stati giudicati idonei ad accudire una minore.

Lo stupratore in aula: "Mi dispiace"

 Durante il processo in aula, il 27enne si sarebbe limitato a un laconico "mi dispiace". I fatti risalgono a quasi due anni fa. Nel dicembre del 2021 i genitori della ragazzina la portarono in ospedale perché continuava a soffrire di forti dolori all'addome. Tutto si aspettavamo meno quello che rivelò l'ecografia, lasciando sbalorditi genitori e medici: la piccola era incinta. Dopo la scoperta sono stati avvertiti immediatamente i carabinieri e la ragazzina è stata interrogata con la partecipazione di una psicologa in audizione protetta.

Il racconto della ragazzina

 All'esperta la ragazzina spiegò che quel giovane che conosceva, in due diverse occasioni mentre lei stava giocando con altri bimbi, l'aveva indotta ad andare con lui un luogo appartato. E lì l'uomo aveva abusato di lei. Ma la piccola non aveva percepito completamente quanto le era successo, tanto che non ne aveva parlato nemmeno con i genitori. Le indagini successive sono arrivate a una svolta con la comparazione del Dna: i test hanno dimostrato in maniera inequivocabile che il 27enne è il padre del bambino e, dunque, l'autore degli abusi.

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