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La variante indiana, classificata come Delta, "al momento non costituisce un particolare pericolo per l'Italia". A dirlo è Anna Teresa Palamara, a capo del dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, secondo la quale al momento la variante predominante è la Alfa, quella inglese, identificata nell'80% dei casi; la Delta, invece, resta sotto l'1% di incidenza.