"PER GARANTIRE INDAGINI SERENE"

Vaticano, Papa Francesco accoglie le dimissioni di Giani da capo della gendarmeria

La decisione è stata presa dopo la fuga di notizie sull’inchiesta che ha coinvolto cinque dipendenti della Santa Sede. In particolare per la pubblicazione di un documento per uso esclusivamente interno

14 Ott 2019 - 19:41

Papa Francesco ha accettato le dimissioni di Domenico Giani da capo della gendarmeria vaticana. La decisione è stata presa dopo la fuga di notizie sull’inchiesta che ha coinvolto cinque dipendenti della Santa Sede e in particolare per la pubblicazione di un documento per uso esclusivamente interno. La Sala Stampa vaticana ha tuttavia precisato che "non è emersa alcuna responsabilità soggettiva" di Giani nella vicenda in questione.

La Sala Stampa vaticana ha aggiunto che l'obiettivo è quello di "garantire la giusta serenità" per il proseguimento delle indagini del Promotore di Giustizia ed eseguite dal Copro della Gendarmeria.

"Lo scorso 2 ottobre alcuni organi di stampa hanno pubblicato una disposizione di servizio riservata, firmata dal Comandante del Corpo della Gendarmeria, dottor Domenico Giani, riguardante gli effetti di alcune limitazioni amministrative disposte nei confronti di personale della Santa Sede", si legge nella nota della Sala stampa vaticana.

"Tale pubblicazione è altamente lesiva sia della dignità delle persone coinvolte, sia della stessa immagine della Gendarmeria", si aggiunge. "Volendo garantire la giusta serenità per il proseguimento delle indagini coordinate dal Promotore di Giustizia ed eseguite da personale del Corpo, non essendo emerso al momento l'autore materiale della divulgazione all'esterno della disposizione di servizio - riservata agli appartenenti al Corpo della Gendarmeria e della Guardia Svizzera Pontificia - il Comandante Giani, pur non avendo alcuna responsabilità soggettiva nella vicenda, ha rimesso il proprio mandato nelle mani del Santo Padre, in spirito di amore e fedeltà alla Chiesa ed al Successore di Pietro", riferisce il comunicato.

"Nell'accogliere le dimissioni", il Papa "si è intrattenuto a lungo col Comandante Giani e gli ha espresso il proprio apprezzamento per questo gesto, riconoscendo in esso un'espressione di libertà e di sensibilità istituzionale, che torna a onore della persona e del servizio prestato con umiltà e discrezione al Ministero Petrino e alla Santa Sede".

Papa Francesco "ha voluto ricordare anche la sua ventennale, indiscussa, fedeltà e lealtà e ha sottolineato come, interpretando al meglio il proprio stile di testimonianza in ogni parte del mondo, il Comandante Giani abbia saputo costruire e garantire intorno al Pontefice un clima costante di naturalezza e sicurezza".

"Nel salutare il dottor Domenico Giani - conclude la nota -, il Santo Padre lo ha anche ringraziato per l'alta competenza dimostrata nell'espletamento dei molteplici, delicati servizi, anche in ambito internazionale, e per il livello di indiscussa professionalità a cui ha portato il Corpo della Gendarmeria".

Giani: "Vergogna per docomuento, ma ho fatto fino in fondo la mia parte" - "Gli eventi recentemente accaduti hanno generato un grave dolore al Santo Padre e questo mi ha profondamente colpito - ha detto ai media vaticani  Domenico Gian -. Sono trascorsi 15 giorni dalla pubblicazione del documento che era stato inoltrato ad uso interno esclusivamente per Gendarmi e Guardie Svizzere. L`uscita di questo documento, pubblicato da alcuni organi di stampa, ha certamente calpestato la dignità di queste persone. Anche io come Comandante ho provato vergogna per quanto accaduto e per la sofferenza arrecata a queste persone. Per questo, avendo sempre detto e testimoniato di essere pronto a sacrificare la mia vita per difendere quella del Papa, con questo stesso spirito ho preso la decisione di rimettere il mio incarico per non ledere in alcun modo l`immagine e l`attività del Santo Padre. E questo, assumendomi quella 'responsabilità oggettiva' che solo un Comandante può sentire".

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