DA FRANCESCO

Vaticano, preghiera per la pace in M.O.Papa: "Incontro apra un cammino nuovo"

Il presidente israeliano Shimon Peres e quello palestinese Abu Mazen insieme per pregare con il Pontefice e il patriarca Bartolomeo. "Seguire la via del dialogo", ha detto Francesco: "Serve più coraggio per la pace che per la guerra"

09 Giu 2014 - 12:37
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"Ci vuole più coraggio per fare la pace che per la guerra, vi ringrazio dal profondo del cuore per aver accettato il mio invito a venire qui per invocare insieme da Dio il dono della pace". Così Papa Francesco ha accolto in Vaticano il presidente israeliano, Shimon Peres, e quello palestinese, Abu Mazen, per l'incontro di preghiera per la pace in Medio Oriente. Un appuntamento storico, alla presenza anche del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo.

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"Spero che questo incontro sia l'inizio di un cammino nuovo alla ricerca di ciò che unisce, per superare ciò che divide", ha detto Papa Francesco nei Giardini Vaticani. "Questo nostro incontro di invocazione della pace in Terra Santa, in Medio Oriente e in tutto il mondo, è accompagnato dalla preghiera di tantissime persone, appartenenti a diverse culture, patrie, lingue e religioni: persone che hanno pregato per questo incontro e che ora sono unite a noi nella stessa invocazione". E' un incontro, ha aggiunto, "che risponde all'ardente desiderio di quanti anelano alla pace e sognano un mondo dove gli uomini e le donne possano vivere da fratelli, non da avversari o da nemici".

"Abbattere i muri, seguire la via del dialogo e della pace" - "Il mondo è un'eredità che abbiamo ricevuto dai nostri antenati, ma è anche un prestito dei nostri figli: figli che sono stanchi e sfiniti dai conflitti e desiderosi di raggiungere l'alba della pace; figli che ci chiedono di abbattere i muri dell'inimicizia e di percorrere la strada del dialogo e della pace perché l'amore e l'amicizia trionfino", ha detto il Papa. "Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì all'incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza".

Peres: "La pace chiede sacrifici e compromessi" - "Due popoli - gli israeliani e i palestinesi - desiderano ancora ardentemente la pace. Le lacrime delle madri sui loro figli sono ancora incise nei nostri cuori. Noi dobbiamo mettere fine alle grida, alla violenza, al conflitto. Noi tutti abbiamo bisogno di pace. Pace fra eguali", ha detto il presidente israeliano, Shimon Peres. "La pace non viene facilmente. Noi dobbiamo adoperarci con tutte le nostre forze per raggiungerla. Per raggiungerla presto. Anche se ciò richiede sacrifici o compromessi".

Abu Mazen: "Libertà e uno Stato sovrano palestinese" - "Una pace giusta, una vita degna e la libertà, la libertà in uno Stato sovrano e indipendente". Queste le richieste del presidente palestinese Abu Mazen nella sua invocazione di pace nei Gardini Vaticani, affinché ci sia "sicurezza, salvezza e stabilità" per il popolo palestinese e per la sua regione. "Ricordiamo pure le parole di San Giovanni Paolo II, quando disse: 'Se la pace si realizza a Gerusalemme, la pace sarà testimoniata nel mondo intero'", ha aggiunto Abu Mazen.

A conclusione dell'invocazione di pace per il Medio Oriente, Papa Francesco, Shimon Peres, Abu Mazen e il patriarca Bartolomeo hanno piantato un ulivo nei Giardini Vaticani. Poi si sono recati a piedi alla Casina Pio IV, sede della Pontificia Accademia delle Scienze, dove sono rimasti circa venti minuti a colloquio privato, ultimo atto dell'incontro in Vaticano.

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