L'uomo inviò un sms di minacce alle donne per errore. In realtà era indirizzato a un amico che non voleva più prestargli altri soldi
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"Fabio pensaci bene, fai quello che dico altrimenti vengo lì e ti stacco quella testa di c... che hai". E' l'sms minaccioso che Pietro Maso inviò ad un amico che gli aveva già prestato 25mila euro, e che ora non voleva più dargli altri soldi. Il messaggio, giunto per errore sul telefonino di una delle due sorelle di Maso, ha spaventato le donne che hanno presentato un esposto alla magistratura. Maso adesso è passato al contrattacco con una contro-denuncia.
Come riferiscono i quotidiani locali "Arena" e "Corriere del Veneto", dopo l'sms di minacce le sorelle di Maso hanno deciso di presentare un esposto alla magistratura. "Mi avete messo nei casini, adesso ve la vedrete con i miei avvocati", ha detto l'uomo parlando al telefono con le sorelle una volta saputo della denuncia. Inoltre, ha aggiunto il legale delle due donne, "ha preannunciato una denuncia nei loro confronti per diffamazione".
La sorella: "Ho rivisto negli occhi il delirio del 1991" - Nadia Maso aveva incontrato per l'ultima volta il fratello, l'uomo che, ancora ragazzo nell'aprile del 1991 uccise il padre e la madre a Montecchia di Crosara (Verona), il 21 dicembre nella sede di Telepace a Cerna. E dalle parole riferite dalla donna al legale Agostino Rigoli non fu un incontro di pace. "L'ho visto in uno stato confusionale e di onnipotenza - avrebbe ricordato la donna - L'ho trovato con deliri euforici che mi hanno lasciato basita e spaventata e mi hanno ricordato lo stato in cui versava nel 1991 prima degli omicidi".